Spazio satira
Alatri
29.04.2025 - 13:00
Proseguono le indagini sulla violenta rissa che domenica mattina ha fatto, purtroppo, da prologo e contorno al match di Prima Categoria Polisportiva Tecchiena-Cisterna calcio. I carabinieri stanno cercando di risalire all’identità dei facinorosi che hanno seminato il panico attorno allo stadio “Emanuele Morganti”, causando quattro feriti tra i militari dell’arma (per fortuna, si tratta di contusioni non serie). È ormai assodato che la gara di domenica a Tecchiena sia stato un pretesto per tifoserie “nemiche” di scontrarsi tra pugni, colpi di bastone e lanci di bombe carta. L’impianto “Morganti” è stato dunque solo lo scenario di questa folle mattinata, che ha profondamente amareggiato il presidente della società tecchienese, Stefano Ceccani: «Anche la Digos sta indagando su quanto è successo. Ho fatto presente che c’erano state avvisaglie di ciò che avrebbe potuto accadere e che, poi, è accaduto». Dunque, ai carabinieri si è aggiunta anche la Digos per capire se, dietro i tafferugli, ci sia stato un piano per dare vita agli scontri.
Per ora, comunque, non si è arrivato all’identificazione di nessuno dei partecipanti alla zuffa, anche se una possibile svolta potrebbe arrivare dai contributi fotografici e dalle riprese video che sono stati realizzati in quei frangenti di paura. Intanto, proseguono le reazioni ai fatti di cronaca. La società del Cisterna calcio, nel dissociarsi e nel condannare ogni violenza, ha voluto ringraziare la società della Polisportiva Tecchiena, “La quale ha fatto quanto nelle sue possibilità per riportare la situazione alla normalità. Ci teniamo a sottolineare - scrive il club biancoazzurro - come la società del Tecchiena, a cui va il nostro sincero ringraziamento, si sia prontamente attivata per mettere in sicurezza i nostri sostenitori, dimostrando grande senso di responsabilità e sportività”.
Ferma condanna anche da parte del sindaco Maurizio Cianfrocca, che identifica gli autori degli scontri in «Individui che nulla hanno a che vedere con lo spirito sportivo che contraddistingue le nostre società calcistiche e i nostri concittadini. Mi auguro che i responsabili vengano presto identificati e che rispondano delle loro azioni secondo la legge. Il nostro stadio, intitolato alla memoria di Emanuele Morganti, deve rimanere un luogo di incontro, di sport sano e di comunità, non di violenza».
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