Spazio satira
Anagni
17.03.2025 - 18:00
Imprese e partite Iva in ritardo nella stipula delle polizze assicurative per i danni da terremoti, alluvioni e altre catastrofi naturali. Alcuni commercialisti anagnini temono che la cosa sia stata presa sottogamba, riferendo che in tanti non conoscono la questione. Con la Legge di bilancio 2024, il governo ha stabilito l’obbligo per le imprese, con termine al 31 marzo prossimo, di dotarsi di una copertura assicurativa per “danni di terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali, direttamente cagionati da calamità naturali ed eventi catastrofali verificatisi sul territorio nazionale”.
Gli eventi catastrofici per cui bisogna essere assicurati sono: sismi, frane, alluvioni, inondazioni, esondazioni. Il decreto attuativo indica alcuni fattori di cui le assicurazioni dovranno tenere conto, tra cui: ubicazione del rischio sul territorio, vulnerabilità dei beni assicurati, serie storiche disponibili, mappe di pericolosità o rischiosità territoriali, letteratura scientifica pertinente.
Un precedente, dai contorni ancora oscuri ma destinati ormai all’oblio, si ebbe negli anni ‘70, con la copertura assicurativa data ad una parte del Meridione. La compagnia che stipulò con l’ente pubblico fu la Sai, della famiglia Agnelli. La difficoltà a riassicurare il rischio fu superata in modo inedito ed originale, affidando il recupero del possibile esborso ad un “industriale birmano”. La catastrofe del 1980 mise allo scoperto la singolarità dell’operazione, con i costi addebitati allo Stato, per miliardi e miliardi. Per ovviare a tale rischio, la legge prevede oggi l’assegnazione alla Sace Spa di tutte le polizze stipulate con le società autorizzate, per poter godere della garanzia pubblica, riducendo l’attuale gap assicurativo. Chi non sarà in regola entro il 31 marzo 2025 rischia problemi nei rapporti con gli enti pubblici
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