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Frosinone

Il ricordo del poliziotto eroe Giovanni Palatucci

Questa mattina la cerimonia alla villa comunale dove è stata piantumato un ulivo in suo ricordo

Il ricordo del poliziotto eroe Giovanni Palatucci
Come ogni anno la questura di Frosinone ha voluto ricordare Giovanni Palatucci, il poliziotto eroe medaglia d'oro al valor civile e giusto fra le nazioni. Questa mattina, alla villa comunale di Frosinone, alla presenza delle massime autorità civili, militari e religiose, si è svolta la cerimonia, nel sito in cui, nel 2023, era stato piantumato un albero di ulivo, simbolo di pace, ed era stata scoperta una targa a lui dedicata, dono dell’amministrazione comunale.
La grande famiglia della polizia di Stato ha voluto ricordare Giovanni Palatucci, giovane commissario che dall’ 8 settembre 1943 fu reggente della questura di Fiume, oggi Rijeka, città della Croazia; dopo un anno, il 13 settembre 1944, fu arrestato e deportato a Dachau dove morì il 10 febbraio del 1945, dopo aver subito circa quattro mesi di stenti e torture. Il suo corpo venne gettato in una fossa comune sulla collina di Leitenberg, insieme ai corpi di centinaia di ebrei e di antifascisti. Dopo la deposizione della corona e la benedizione officiata dall’assistente spirituale della polizia di Stato per la provincia di Frosinone, don Mauro Colasanti, la cerimonia è proseguita con gli interventi del vice questore Vicario, Raffaele Attanasi, che ha ripercorso la storia di Palatucci ricordando che salvò oltre 5.000 ebrei. 

«Il questore Giovanni Palatucci era vice commissario aggiunto della pubblica sicurezza alla questura di Fiume in qualità di dirigente del servizio immigrazione - ha ricordato Attanasi - Questo incarico gli permetteva di mettere i visti sui permessi di soggiorno che costituivano un lasciapassare per migliaia di ebrei che erano in Italia all'epoca a Fiume che transitavano venendo in Italia. Queste persone venivano deportate in due centri uno in provincia di Cosenza e l'altro in provincia di Avellino in Campania dove lo zio di Palatucci era vescovo della diocesi. Grazie allo zio ha salvato tante persone. Preferiva quindi che venissero deportati in Campania in modo che era più sicuro e garantito l'aiuto a queste persone. Palatucci bisogna vederlo non solo come un funzionario di polizia ma come un uomo di grande spirito che ha aiutato migliaia di persone. La giornata di oggi serve per non dimenticare a noi e per far conoscere la storia ai ragazzi perché quello che è successo non accadda mai più»

Presente anche il sindaco di Frosinone, Riccardo Mastrangeli, l’associazione nazionale Polizia di Stato, la cui sezione di Frosinone porta proprio il nome di Giovanni Palatucci.
Il valore del suo sacrificio deve essere di esempio per le giovani generazioni, rappresentate, nella circostanza, da alcune classi di alunni frequentanti gli istituti comprensivi di Frosinone, 1 e 4. A loro è stato affidato il “messaggio” di pace e fratellanza tra i popoli. La loro presenza alla cerimonia acquisisce un valore particolarmente significativo, affinché attraverso la loro testimonianza si mantenga sempre viva la memoria del sacrificio di quanti hanno perso la propria vita per salvare quella altrui.
A fine cerimonia, i giovanissimi studenti sono stati omaggiati con gadget della polizia di Stato. 

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