Frosinone
30.01.2025 - 07:00
L'avvocato Andrea Dini è precipitato da un palazzo nella zona del campo sportivo di Frosinone
L’inchiesta per associazione a delinquere sulle frodi assicurative ha un’origine precisa. L’inchiesta ha iniziato a prendere corpo dopo il suicidio dell’avvocato Andrea Dini. Dagli accertamenti scattati nell’ambito di quell’episodio, la procura di Frosinone apre un’altra inchiesta e mette nel mirino un gruppo di persone sospettato di aver costituito una rete ben collaudata per frodare le compagnie assicuratrici con finti incidenti o ingigantendo i danni conseguenza di sinistri realmente verificatisi.
I sospetti puntano sulla facilità con cui una serie di pratiche viene liquidata. È stato un lavoro lungo quello condotto dagli investigatori con la guardia di finanza, che si è concentrata su un filone relativo a una contabilità ritenuta sospetta, e la polizia stradale, che ha puntato sugli aspetti tecnici degli incidenti. Gli investigatori, coordinati dal pubblico ministero Samuel Amari, si sono avvalsi di intercettazioni telefoniche ma anche delle numerose certificazioni, ritenute false, che avrebbero giustificato i danni subiti da conducenti e trasportati per ottenere i risarcimenti dalle compagnie assicurative.
Gli indagati, man mano che l’indagine si allargava (e che potrebbe portare all’apertura di altri fascicoli), sono aumentati fino a raggiungere una settantina di persone. A dodici viene contestato il reato di associazione per delinquere, mentre per otto è stata avanzata dal pm una richiesta di misura cautelare (degli arresti domiciliari e dell’interdizione professionale). Per effetto delle nuove norme introdotte a tutela delle persone sottoposte a indagine e a rischio di misura restrittiva, per gli otto, di cui quattro sono avvocati e due terapisti, è stato fissato, per il 5 febbraio davanti al gip Ida Logoluso del tribunale di Frosinone, l’interrogatorio preventivo.
In quella sede gli indagati, che sono rappresentati dagli avvocati Christian Alviani, Nicola Ottaviani, Antonio Perlini, Gianmarco De Robertis e Giampiero Vellucci, avranno modo di rispondere alle domande del giudice e fornire documenti e memorie difensive per fornire la propria versione sulle contestazioni mosse dalla procura. Solo all’esito dell’interrogatorio il giudice deciderà se accogliere o meno le richieste del pubblico ministero. Tra i reati contestati oltre all’associazione a delinquere, la truffa aggravata, la frode assicurativa, ci sono reati di falso per le ipotesi di falsa testimonianza e di falso nei certificati.
Secondo la prospettazione accusatoria (basata su una mole di documenti per oltre 5.000 pagine) sarebbero stati alcuni avvocati a indirizzare i clienti verso gli studi di due fisioterapisti in particolare che avrebbero trattato in pazienti, in qualche caso anche a domicilio, per i traumi riportati nei sinistri. Quella documentazione sarebbe poi stata utilizzata per ottenere i risarcimenti danni. Dal canto loro, gli indagati respingono le accuse e ritengono corrette le pratiche sugli incidenti come i certificati medici presentati. Le indagini si basano anche sul contributo offerto dagli uffici anti-frode di alcune compagnie di assicurazioni che nutrivano sospetti su alcuni decessi e anche di alcuni soggetti in ambienti in forte concorrenza nei settori dell’infortunistica e dei risarcimenti.
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