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Paliano

Omicidio di Willy. Chiesto l’ergastolo per i Bianchi

Nel processo d’appello-bis la procura generale non fa sconti e dice no alle attenuanti per i fratelli di Artena. L’accusa: «La morte di Willy è un evento indecente nelle modalità in cui è avvenuta e per i motivi». La sentenza il 10 febbraio

Omicidio di Willy. Chiesto l’ergastolo per i Bianchi

I fratelli Gabriele e Marco Bianchi, di nuovo a processo davanti alla Corte d’assise d’appello di Roma

Come due anni fa (era aprile del 2023) l’accusa chiede l’ergastolo per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi.
Ieri, davanti a una nuova Corte d’assise d’appello si è aperto il processo bis per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il cuoco di 21 anni, di Paliano, massacrato di botte a Colleferro il 6 settembre 2020.

Il vice procuratore generale e il pm di Velletri, Giangiacomo Bruno e Francesco Brando, hanno insistito per l’ergastolo. Hanno sostenuto, sulla linea già tracciata dalla Cassazione nell’annullare la sentenza di secondo grado, limitatamente allo sconto di pena di cui avevano beneficiato i fratelli di Artena (dall’ergastolo a 24 anni), l’insussistenza delle condizioni per concedere le attenuanti generiche ai due imputati. Ne hanno sottolineato la personalità e il comportamento avuto, prima, durante e dopo il fatto. L’accusa ha anche citato le relazioni del carcere dalle quali emerge l’esistenza di diversi procedimenti disciplinari.

«La morte di Willy è un evento indecente sia nelle modalità in cui è avvenuta sia per i motivi», ha rimarcato il procuratore generale durante la requisitoria. Per poi evidenziare la brutalità di un pestaggio durato una cinquantina di secondi. E ha accusato i due fratelli Bianchi di aver tenuto «un ruolo preponderante» nell’aggressione «con Gabriele, esperto di Mma, che dà il via con un violento calcio al petto di Monteiro seguito subito da Marco Bianchi». Si tratta di quello che nella sentenza di primo grado, la Corte d’assise di Frosinone descrive «violentissimo calcio» che «stabiliva le regole di ingaggio del pestaggio, nel senso che fissava il livello di violenza al quale immediatamente gli altri tre si adeguavano».

I due fratelli - è un altro passaggio della requisitoria - non hanno avuto alcun tipo di «revisione critica». E ancora l’accusa evidenzia che «Willy, dopo essere stato lanciato contro un’auto, è un soggetto che non solo non reagisce, ma che fa fatica a respirare» e in quel momento «l’altro fratello, ancora più esperto di Mma, inizia a colpire un corpo che non reagisce». Ad agire non sono solo i Bianchi: «I colpi si moltiplicano, diventano quattro i soggetti, e il corpo viene martoriato». Gli altri due stanno già scontando la pena in quanto la condanna per loro è diventata definitiva: 23 anni per Francesco Belleggia e 21 anni per Mario Pincarelli.

A seguire gli interventi della parte civile per la famiglia Monteiro-Duarte, gli avvocati Vincenzo Galassi e Domenico Marzi, che si sono associati alle richieste dell’accusa. Hanno poi parlato due dei quattro difensori dei Bianchi, gli avvocati Ippolita Naso e Leonardo Bianchini. Il 10 febbraio si proseguirà con gli avvocati Valerio Spigarelli e Vanina Zaru. Poi la sentenza.

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