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Ceccano/Castro dei Volsci

Ricatti per foto hot, racconti choc

Nel processo a carico di tre uomini di Ceccano, Castro dei Volsci e Roma sono state sentite cinque delle dodici vittime. Udienza più volte sospesa perché una delle ragazze piangeva e non riusciva a parlare. Le accuse sono di estorsione e revenge porn

Ricatti per foto hot, racconti choc

Un racconto drammatico. L’udienza è stata più volte sospesa perché una delle vittime non riusciva a proseguire. Piangeva. Ma ha trovato poi la forza di andare avanti e raccontare nell’aula di tribunale cosa è stata costretta a fare dietro minaccia di ritrovarsi le sue foto sui siti web, sulle chat.
Non è stato facile neppure per le altre quattro ragazze ricordare quei giorni difficili, di paura, smarrimento.
Più di qualcuna ha riferito di aver avuto bisogno di terapie psicologiche.

Sentite ieri mattina cinque delle dodici vittime di revenge porn. Tutte e cinque hanno confermato la continua richiesta di foto hot. Racconti choc nell’aula del tribunale di Frosinone, dove si sta svolgendo il processo che vede accusati di revenge porn ed estorsione, nei confronti di dodici ragazzine, un ventinovenne di Ceccano, un trentatreenne di Castro dei Volsci e un trentaduenne di Roma.
Nell’udienza è emerso che le richieste erano asfissianti. Minacciavano di divulgare tutto sui siti e qualcuna ha ritrovato le proprie foto su chat di telegram e siti web.
Le vittime hanno parlato di un condizionamento generale, dove alcuni soggetti dicevano di assecondare le richieste al fine di farle cessare.

Alcune ragazze hanno riferito che inviano foto ad uno degli imputati perché facevano la dieta e mostravano i progressi dello sport. In aula anche i ragazzi di un liceo (venuti in visita al tribunale) a cui il pm prima dell’udienza, in un momento di pausa, ha spiegato il reato di revenge porn.
La prossima udienza si terrà il 17 dicembre per concludere i testi del pm. Successivamente seguirà l’esame degli imputati.
Le vittime, all’epoca dei fatti contestati alcune addirittura quattordicenni, sono state adescate sul web da profili fake, dove soggetti sconosciuti le ricattavano.

Un piano architettato per farsi consegnare foto hot che le ritraevano. Sostenevano di essere dei “maghi” dell’informatica e di riuscire a entrare nei loro pc e telefoni senza il loro consenso, così da poter inviare immagini che le ritraevano nude ad amici, familiari e conoscenti. Anche sui social. E se qualcuna tentava di opporsi veniva minacciata di violenze sui familiari. Erano riusciti così a farsi inoltrare foto hot. Diverse immagini sarebbero finite anche su siti pornografici. Accuse per cui sono andati a processo i tre uomini.
Nel processo si sono costituite parte civile l’associazione “Insieme a Marianna”, con l’avvocato Antonella Liberatori, e alcune ragazze, tramite gli avvocati Cristiana Sordi, Gianmarco De Robertis e Claudia Sorrenti. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Fabio Vicano, Tony Ceccarelli e Pietro Polidori.

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