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Anagni

Ricatto sessuale alle compagne. Studente accusato di revenge porn

Al diciottenne recapitato l’avviso di conclusione delle indagini. Un centinaio gli scatti proibiti e 18 le vittime, anche minorenni

polizia postale

La delicata indagine è stata a dalla polizia postale di Frosinone

Con un’applicazione “spogliava” compagne di classe e amiche, ora rischia il processo per revenge porn e violazione della privacy.
Uno studente di 18 anni che frequentava un istituto superiore ad Anagni è stato denunciato dai genitori di alcune compagne di classe dopo che erano circolate alcune foto, alcune anche molto spinte, di donne nude alle quali il giovane, tramite un’app, avrebbe sostituito il volto con quello di ragazze da lui conosciute. Sono 18 le ragazze vittime di questa applicazione, tutte tra i 13 e i 18 anni, tra compagne di scuole, amiche e conoscenti residenti tra Anagni, Colleferro e alcuni paesi dell’area Nord della provincia.

La storia era venuta a galla la scorsa primavera quando una delle ragazzine era stata avvertita da un amico che giravano alcune foto di lei nuda. La ragazza non riusciva a capacitarsi di quanto era accaduto anche perché lei non aveva fatto alcuno scatto osè. Così, mano a mano che anche altre ragazze scoprivano di essere state immortalate in atteggiamenti spinti e senza veli, si è scoperta la causa. E dietro potrebbe nascondersi un rifiuto ad andare insieme a un concerto.
La polizia postale di Frosinone, ricevute le prime denunce, ha iniziato a indagare e ha scoperto che tutte quelle foto, un centinaio circa ritraenti 18 ragazze, anche minorenni, provenivano tutte dalla stessa mano. E così gli agenti sono risaliti allo studente, poco più che diciottenne accusato di aver messo in circolazione quelle immagini.

Mentre il giovane ha dovuto cambiare scuola per proseguire l’anno scolastico ed evitare che si creassero ulteriori tensioni, l’indagine ha fatto il suo corso. Ora al ragazzo, assistito dall’avvocato Nicola Ottaviani, è stato recapitato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari per i reati di revenge porn e violazione delle privacy. Adesso avrà venti giorni di tempo per presentare delle memorie o farsi ascoltare. È probabile che chiederà di essere sentito per fornire la propria versione dei fatti e spiegare se si è trattato di un pessimo scherzo o se, come emerso nel corso delle indagini, si è trattato di una vendetta contro una delle ragazze che avrebbe rifiutato il suo invito ad andare a seguire un concerto musicale a Roma. Da questo rifiuto - è l’ipotesi dell’accusa - il ragazzo avrebbe pensato di vendicarsi contro l’amica e, poi, forse, si è fatto prendere la mano e ha proseguito anche con altre compagne di scuole e amiche.

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