Spazio satira
Ceccano
25.10.2024 - 09:07
«Che succede adesso?». La domanda risuona da ieri mattina nelle stanze di Palazzo Antonelli e nelle case dei ceccanesi. La bufera giudiziaria piovuta sul sindaco Caligiore, importanti dirigenti comunali e imprenditori ha lasciato tutti di stucco. E con l’interrogativo su cosa accadrà dell’amministrazione. Con l’opposizione che subito invoca le dimissioni del primo cittadino e il ritorno alle urne.
La legge 142 del 1990 che regola questo tipo di situazioni stabilisce che in caso di impedimento temporaneo del sindaco, in questo caso perché agli arresti domiciliari, la guida del Comune passa al vicesindaco, nel caso di Ceccano l’assessore Federica Aceto.
La vicenda ricalca quella che nei mesi scorsi ha visto protagonista il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, con l’amministrazione regionale rimasta in carica con il vicepresidente fino alle dimissioni del governatore. Se anche Caligiore decidesse di dimettersi, a quel punto cadrebbero la giunta e il consiglio comunale, il prefetto nominerebbe un commissario con il compito di guidare la città fino a nuove elezioni. Le dimissioni del sindaco diventano efficaci e irrevocabili trascorso il termine di venti giorni dalla loro presentazione al Consiglio.
È lo scenario che i consiglieri di minoranza si augurano: “Riponiamo piena fiducia nell’operato degli inquirenti e della magistratura e seguiremo l’evoluzione degli eventi - scrivono in una nota congiunta Emanuela Piroli, Mariangela De Santis, Andrea Querqui ed Emiliano Di Pofi - Certo è che l’eventuale accertamento di simili responsabilità rappresenterebbe una grave offesa alle istituzioni ed alla nostra città che non merita di finire sulle prime pagine dei giornali per tali fatti. Riteniamo che le dimissioni del primo cittadino e lo scioglimento del consiglio comunale siano una conseguenza inevitabile».
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