Spazio satira
Sanità
11.10.2024 - 13:00
Rispettare i tempi per le prestazioni mediche urgenti, brevi e differite. Per farlo la Regione Lazio stanzia 17 milioni di euro per garantire 400.000 prestazioni sanitarie “fuori soglia” che a oggi superano i tempi di garanzia previsti per le liste di attesa dalla normativa vigente. È quanto prevede la delibera approvata ieri dalla giunta, su proposta del presidente Francesco Rocca. L’obiettivo è riportare nei termini previsti tutte le prestazioni urgenti (da effettuare entro 72 ore), brevi (da garantire entro 10 giorni), differite (da erogare entro 30 giorni per le visite ed entro 60 per gli accertamenti specialistici) e programmabili (entro 120 giorni).
«Sono particolarmente orgoglioso del lavoro che stiamo portando avanti sulla riduzione delle liste d’attesa - sostiene il presidente Rocca - Si tratta di un tema di giustizia e di qualità della vita dei pazienti: lo stanziamento di 17 milioni di euro alle Aziende Sanitarie per garantire 400.000 prestazioni “fuori soglia” è un ulteriore passo avanti verso una gestione pienamente virtuosa ed efficiente delle prenotazioni sanitarie nel Lazio, il nostro obiettivo finale, secondo le linee-guida del ministero della Salute. Tutto questo è stato possibile grazie a un lavoro di pianificazione strategica senza precedenti, territorio per territorio».
Le Aziende Sanitarie dovranno predisporre, entro 20 giorni, un piano per l’abbattimento delle liste di attesa (nel rispetto dei tempi appropriati per ogni singola prestazione e necessità di cura); ed entro i successivi 60 darne attuazione. Per quanto riguarda la Asl di Frosinone, il commissario straordinario Sabrina Pulvirenti, è al lavoro da tempo su questo tema. Il provvedimento, volto al superamento del fenomeno degli esami e delle visite “fuori soglia”, è il frutto di un percorso intrapreso dall’amministrazione regionale, partendo dall’informatizzazione della gestione delle liste di attesa e dall’integrazione delle agende pubbliche con quelle delle singole strutture private accreditate nel Recup, che è diventato l’unico punto di accesso dal primo gennaio 2024. «Si tratta di un’altra misura parte integrante della riforma organica del Recup, introdotta sin dall’insediamento dal presidente Francesco Rocca e dal direttore della direzione Salute e integrazione sociosanitaria Andrea Urbani - fanno sapere dalla Regione - dal mese di settembre, l’amministrazione è, infatti, in grado di monitorare quotidianamente le prestazioni di specialistica ambulatoriale che superano i tempi di garanzia previsti per le liste di attesa. Oggi la Regione Lazio ha una fotografia nitida delle prestazioni “bucate”, a differenza del passato, e continua a investire nella cosiddetta “spesa buona”, attingendo dai fondi accantonati con l’obiettivo di abbattere le liste d’attesa».
Le prestazioni “fuori soglia” dovranno essere superate tenendo conto dell’ordine cronologico delle prenotazioni di ciascuna classe di priorità e di quelle ritenute maggiormente critiche. In questo senso, le Aziende Sanitarie dovranno attuare le seguenti modalità: «l’utilizzo delle prestazioni aggiuntive in via prioritaria e principale; l’attività libero-professionale intramuraria in via subordinata; da ultimo, il ricorso al privato accreditato con le strutture presenti sul territorio, motivando la mancata attivazione delle misure interne. In tal caso, le Aziende dovranno procedere all’assegnazione di un budget aggiuntivo e alla sottoscrizione di un accordo contrattuale. Al tempo stesso, ogni Azienda dovrà attivare un sistema di monitoraggio per verificare l’attuazione delle misure previste». Per l’Asl di Frosinone le prestazioni fuori soglia sono 27.120. Lo stanziamento è di un milione di euro. Questa invece la suddivisione nelle altre Asl: Roma 1, 94.141 prestazioni fuori soglia per 3,7 milioni di euro; Roma 2, 98.770 per 4,5 milioni di euro; Roma 3, 35.772 per 1,5 milioni di euro; Roma 4, 21.753 per oltre 796.000 euro; Roma 5, 22.539 per un milione di euro; Roma 6, 28.761 per 1,2 milioni di euro; Latina, 28.171 per 1,3 milioni di euro; Viterbo, 24.783 per poco meno di un milione di euro; Rieti, 17.698 per 840.000 euro.
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