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Frosinone

Pensieri e riflessioni sulla società di oggi

Nuovo incarico per Don David, ex vicario parrocchiale della Sacra Famiglia

Pensieri e riflessioni sulla società di oggi

David Gómez Valdés, classe 1988, è stato ordinato sacerdote a Roma nel 2018

Lo abbiamo incontrato a pochi giorni dalla sua partenza per Miami. Nominato professore di Teologia alla ST. Thomas University dell’Arcidiocesi di Miami.
Vicario parrocchiale della chiesa della Sacra Famiglia a Frosinone dal 2020, don David Gómez Valdés tra qualche settimana lascerà il capoluogo ciociaro per il nuovo incarico, ma con la promessa di tornare quanto prima a salutare i tanti che lo hanno accolto fin da subito, facendolo sentire a casa. Ha conosciuto tante realtà, è stato con e tra la gente. In questi anni ha scritto quattro libri, toccando temi importanti.

“Le persone con disabilità. Per una rilettura della vulnerabilità in prospettiva teologica” (Booksprint, 2021); “Ciao, Sono il nuovo viceparroco: Aiutatemi! Riflessioni sui primi passi in parrocchia da presbiteri novelli” (Logos, Tau, Todi, 2021); “La società pseudo-umile. Come uscirne finché si è in tempo” (Logos, Tau, Todi 2022); “Humilitas et veritas. Il legame d’amicizia fra Albino Luciani e Joseph Ratzinger (Editrice Tau, Todi 2023). Lo scorso giugno ha conseguito la laurea in Teologia Dogmatica, presso la Pontificia Universitaria Urbaniana di Roma, con la tesi, dal titolo: “Un Dio «toccato». La paradossale liminalità del «tocco» di Dio quale via alla comprensione della salvezza”.
Don David con i suoi libri, scritti e pubblicati in questi anni di servizio nella diocesi di Frosinone nella chiesa della Sacra Famiglia, offre spunti di riflessione importanti. Tra questi l’opera dal titolo “La società pseudo-umile, come uscirne finché si è in tempo”.

«Il volume offre una mia riflessione sull’attuale società, come alcune persone spendono il loro tempo e potenziale nel voler mostrare qualcosa che in realtà non è - spiega don David - Perché mostrano di essere umili e caritatevoli, ma in verità nascondono qualche pretesa. E se nell’antica società i filosofi chiedevano se Dio esisteva, adesso bisognerebbe chiederci se l’uomo esiste. Se la bontà esiste. Perché purtroppo se uno non ha vissuto l’esperienza di carità, di fare un favore senza chiedere nulla in cambio dopo, non riesce a offrirla. Pensa che bisogna guadagnare il successo per se stesso e se per riuscirci deve calpestare qualcuno lo fa».

Ecco, dunque, che don David parla di pseudo-umiltà nel suo libro offrendo spunti su come uscirne. «Bisogna fare quello che avevano detto i filosofi, soprattutto Socrate: “conosci te stesso”. Conoscere se stessi vuol dire riuscire a comprendere che si è in grado di fare il bene senza aspettarsi nulla in cambio. Ma per poter uscire dalla pseudo umiltà bisogna essere sinceri con se stessi, non egocentrici. Si può imparare da tutti: da un disabile, da una persona ubriaca, da anziano, da un detenuto in carcere. Ma come diceva Papa Giovanni Paolo II, “l’uomo d’oggi soffre per mancanza di visione”. Agiamo con superficialità e non in profondità delle persone e degli eventi, e ci manca quel desiderio di migliorare noi stessi, di capire il mondo come va, essere capace di fermarci per pensare, per riflettere sulla nostra vita».

In un paragrafo del libro don David parla anche dei social e di come a volte si mettono like sotto foto, ad esempio di bambini in Africa che piangono e malnutriti ma «se poi arriva qualcuno fuggito dalla fame, dalla guerra, dalla povertà, ci si arrabbia».
Don David, pronto a partire per Miami, e prendendo spunto anche da un altro suo libro, quello sulla figura di vice parroco, ha evidenziato con commozione: «Questa città mi lascia la bellezza delle persone, la vicinanza. Persone sincere non pseudo-umili. Mi sono sentito accettato come prete ed emigrante.

L’accoglienza che ho sentito mi ha portato a scrivere il libro sulla figura del vice parroco, quel prete giovane che dopo l’ordinazione viene affiancato a un prete, per inserirsi in parrocchia. Un’esperienza che aiuta a capire la realtà da un diverso punto di vista, perché porta ad avere responsabilità, hai tempo per studiare, conoscere le persone, visitare tante realtà come bar, parrucchiere, studi medici (per citarne alcuni), luoghi dove si trovano anche non credenti. E imparare la loro visione. Un modo di capire come percepiscono la parrocchia che a volte per loro, anche se al centro del quartiere, può sembrare molto lontana. È importante stare tra la gente per conoscere persone disagiate e toccate da problemi sociali. Sono esperienze che arricchiscono. Porterò tutti nel mio cuore con la promessa di tornare appena possibile».

Don David ha rivolto il suo grazie «al vescovo Ambrogio Spreafico per la sua vicinanza nel mio percorso pastorale, al mio parroco don Pietro Jura, dal quale ho imparato tantissimo come prete e intellettuale, e ai suoi collaboratori don Gianguido Pecci e don Fabrizio Turriziani Colonna per la loro amicizia».

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