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Gallinaro

«L’aborto è l’ultima via di fuga»

Il messaggio della ministra della maternità Eugenia Roccella, ospite al “Festival delle Storie”. Insieme al direttore artistico della rassegna Vittorio Macioce ha presentato il suo libro “Una famiglia radicale”

«L’aborto è l’ultima via di fuga»

La ministra per la maternità, la famiglia e le pari opportunità, Eugenia Roccella è stata ospite l’altra sera del “Festival delle Storie” a Gallinaro

«Da femminista dico che le donne devono poter scegliere. Ma l’aborto è l’ultima via di fuga, non un diritto». Parole con le quali giovedì sera, a Gallinaro, la ministra per la maternità, la famiglia e le pari opportunità, Eugenia Roccella, ha ribadito la sua visione della vita e della società, intervenendo come ospite al “Festival delle Storie”, che si chiude stasera ad Atina. «Ciò che mi colpisce - ha aggiunto - è che io sono molto equivocata nelle mie posizioni politiche, sia a destra che a sinistra, sia da parte laica che cattolica, mentre per me c’è un fortissimo filo di continuità che attraversa la mia storia. Ed è proprio quello che ho imparato crescendo nel partito radicale».

La ministra ha presentato, insieme al direttore artistico del festival, Vittorio Macioce, il suo libro “Una famiglia radicale” (Rubbettino, 2022). Ed è stata l’occasione per ripercorrere il suo percorso politico dal Partito radicale, negli anni Settanta, alla più recente adesione a Fratelli d’Italia e poi a ad assumere la guida del dicastero nel governo Meloni.  «Mio padre Franco, pur essendo stato uno dei fondatori del Partito radicale, era contrario all’aborto - ha spiegato Roccella dopo aver raccontato della morte di sua sorella in ospedale, a pochi giorni dalla nascita - Penso che se già ci fosse stata la legge 194, sarebbe stato meglio se mia madre avesse abortito, in lei c’era questo elemento di rifiuto del materno. Ma il diritto all’aborto non è un diritto, non esiste e non era così per le femministe. Ci sono moltissimi libri femministi che dicono che l’aborto esula dal diritto, perché il diritto non tiene conto del materno, che è sempre un’eccezione. L’idea che avevamo era vivere la maternità come libera scelta e per avere questo l’ultima via di fuga era l’abolizione del “Codice Rocco”. Così abbiamo fatto il referendum sull’aborto per modificare questo articolo e io ho fatto il digiuno, una raccolta di firme per ottenere la legge sull’aborto, che penso sia l’ultima via di fuga».

E sulla legge 194 ha chiosato: «Penso che sia una legge equilibrata, ma nessuna donna è felice di abortire, ogni donna quando è incinta dice “aspetto un bambino”, non dice “aspetto un grumo di cellule”. Per questo l’autodeterminazione della donna è fondamentale, la donna deve poter scegliere di essere madre o non esserlo, perché non tutte le donne hanno questa vocazione. Le donne devono poter scegliere, ma l’aborto è l’ultima via di fuga, non un diritto».

Secondo la ministra, «la neutralità non esiste. O si è donne o si è uomini, altrimenti noi rimaniamo donne vittime di ingiustizia, se non si riconosce la differenza non si riconoscono davvero le pari opportunità. La differenza non può essere un elemento di inferiorità o esclusione, la neutralità è una finzione che alla fine schiavizza la donna. Penso anche all’uso del neutro, della schwa, le vocali rovesciate… Ognuno può fare le scelte che vuole, ma esistono i maschi e le femmine. La libertà personale e quella sessuale vanno assicurate, ma non vuol dire che per farlo dobbiamo annegare il femminile».
Infine, parlando della morte prematura di sua madre, Roccella ha affrontato anche il tema della malattia e della dignità della persona: «Finché una persona c’è, non è morta. E non puoi non trattarla con la dignità che si deve a ogni essere umano». Per lei applausi scroscianti dal pubblico presente.

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