Spazio satira
Il dossier
31.08.2024 - 13:00
Qualità dell’aria scarsa, al limite del molto scarso a Cassino, e scarsa per Frosinone alta e Ferentino. È quanto emerge, per le polveri sottili più fini, il Pm2,5, dal visualizzatore della qualità dell’aria dell’Agenzia europea dell’ambiente. Mentre per il Pm10 è Ceccano a guadagnarsi il primato negativo in Italia. «Il particolato fine - scrive l’Aea - è l’inquinante atmosferico con il più alto impatto sulla salute in termini di morte prematura e malattia. Questo strumento è incentrato sulla qualità dell’aria a lungo termine, poiché l’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico provoca gli effetti più gravi sulla salute».
Nel dossier sul Pm2,5 il programma dell’Agenzia europea per l’ambiente ha censito 372 centri, ovvero quelli con una popolazione superiore ai 50.000 abitanti. Ed è il motivo per cui nella classifica non ci sono centri ciociari. Tuttavia, considerando i dati registrati dall’Arpa Lazio per le centraline che monitorano il Pm2,5 (in questo caso mancano le due peggiori, Ceccano e Frosinone Scalo) si possono inserire i valori di Cassino, Frosinone viale Mazzini e Ferentino. Nei due anni monitorati, 2022 e 2023, Cassino con una media per il Pm2,5 di 24,5 microgrammi per metro cubo sarebbe penultima, in questo caso su 375 città. Peggio solo la città croata di Slavonski Brod con 26,5. Meglio, invece, la polacca Nowy Sacz, poi un’altra italiana, Cremona con 23,3 preceduta da Vicenza, 23, Padova, 22,7, Venezia, 22,6 e Piacenza, 22,2. Le ciociare andrebbero a posizionarsi così: Ferentino con 19,5 microgrammi per metro cubo sarebbe 354esima al pari della polacca Krakow e davanti a Milano, con 19,7, mentre Frosinone alta, con una media di 16 microgrammi per metro cubo, sarebbe 320esima con la romena Iasi.
La qualità migliore dell’aria, quanto al Pm2,5, invece, si respira in Nord Europa: le migliori sono due svedesi, Uppsala e Umea, rispettivamente con 3,5 e 3,6, la portoghese Faro, sempre con 3,6, quindi l’islandese Reykjavik con 3,9 e la finlandese Oulu. Nella top ten un’altra finlandese, Tampere, due svedese, Norrkoping e Stoccolma (quest’ultima decima a pari merito), un’altra portoghese, Funchal, e due estoni, Tallinn e Narva (l’altra decima), nessuna delle quali supera la media di 4,6. In base al rapporto sono 13 le città che si guadagnano un giudizio buono sulla qualità dell’aria, 169 presentano condizioni discrete, seguono 118 con concentrazioni di Pm2,5 giudicate moderate e 71 con un’aria scarsa. Solo una, invece, eccede il limite di 25, con una qualità d’aria molto scarsa.
La classifica censisce 61 città italiane. Di queste la migliore è Sassari. E dunque 5 città hanno aria discreta, 29 moderata e 27 scarsa. Le ciociare si collocherebbero Cassino tra le città con aria scarsa a ridosso però del molto scarsa, mentre le altre sono comprese nel gruppo delle scarse, ovvero quello in cui la concentrazione media si attesta tra 15 e 25 microgrammi per metro cubo. Va detto che secondo l’Agenzia europea dell’ambiente «le politiche per ridurre l’inquinamento atmosferico hanno portato a un miglioramento della qualità dell’aria in Europa negli ultimi tre decenni. Tuttavia, in alcune città europee l’inquinamento atmosferico presenta ancora rischi per la salute».
La stessa Aea ricorda che «nel 2021, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha aggiornato le sue linee guida basate sulla salute per la qualità dell’aria e ha raccomandato un livello massimo di 5 μg/m3 per il particolato fine per l’esposizione a lungo termine al fine di proteggere la salute. Nel 2008, l’Unione europea ha stabilito un valore limite annuale per il particolato fine di 25 μg/m3 nell’ambito delle politiche per fornire aria pulita in Europa. La direttiva sulla qualità dell’aria ambiente 2008/50/CE è attualmente in fase di revisione per, tra le altre cose, allineare più da vicino gli standard dell’Ue alle raccomandazioni dell’Oms». Tra le statistiche redatte dall’Agenzia europea dell’ambiente ce nè un’altra che colpisce. Ed è quella relativa alla mappa sulle concentrazioni medie giornaliere (basata sul novantesimo percentile). In questo caso la peggiore d’Italia è Ceccano, l’unica nella mappa con il bollino rosso, per le concentrazioni medie nell’anno 2023 (dati ancora provvisori).
Nemmeno nella pianura padana si riscontrano valori tanto alti. Tanto che il bollino rosso, nel resto d’Europa, è appannaggio di quattro città del Nord Macedonia, di tre serbe e di due bosniache. Anche per il 2022, Ceccano ha il bollino rosso ed è la peggiore d’Italia. In questo caso, comunque, il bollino rosso è condiviso con Acerra e San Vitaliano e poi con realtà turche, dell’ex Jugoslavia e Romania. Per Frosinone Scalo e Cassino, invece, bollino arancione per entrambi gli anni. Nel 2022 e nel 2023 Ceccano ha avuto una concentrazione media di Pm10 di 39 e Cassino di 34, Frosinone Scalo ha registrato 30 e 33, infine viale Mazzini nel capoluogo si è fermata a 24 e 23.
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