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Il dossier

Un lavoro sempre più precario

La Cgil Roma e Lazio rilancia i dati dell’Inps ed evidenzia: «Nessuna inversione di tendenza ma l’acuirsi dei mali». In Ciociaria 11.449 nuove assunzioni e meno 0,93% in un anno, ma oltre la metà è a termine. Calano i contratti a tempo pieno

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Meno assunzioni, più precarietà e part-time. È la denuncia che fa la Cgil di Roma e Lazio. «È iniziato così il 2024 per le lavoratrici e i lavoratori del Lazio. A confermarlo sono i dati Inps dell’Osservatorio sul mercato del lavoro, elaborati dalla Cgil di Roma e Lazio e relativi al primo trimestre dell’anno in corso». Lo dichiara in una nota il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Natale Di Cola. Una situazione che colpisce indistintamente tutte le province con la Ciociaria che registra 11.342 nuove assunzioni, ma anche 1.474 variazioni contrattuali e 8.815 cessazioni.

«Tra gennaio e marzo 2024 - aggiunge il segretario - le nuove assunzioni sono state 218.716, l’8% in meno rispetto all’anno precedente, e il saldo con le variazioni contrattuali e le cessazioni dei rapporti di lavoro è pari a 57.420, in calo del 10% sia per la contrazione delle assunzioni che per la riduzione delle variazioni contrattuali che coinvolgono quasi esclusivamente i rapporti di lavoro full time. Infatti, delle assunzioni effettuate nei primi tre mesi del 2024 il 34,5% è un part-time, in aumento di 2,5 punti percentuali. Guardando alle tipologie contrattuali, mentre i contratti stabili riguardano meno di un’assunzione su 5 e i rapporti a tempo determinato oltre il 54%, aumenta il ricorso al lavoro in somministrazione (10%), ai contratti stagionali (7%) e intermittenti (5%)». Da gennaio a marzo 2024, in provincia di Frosinone, si registrano 11.342 assunzioni, di cui oltre la metà, il 51,24%, a termine, ovvero 5.812. Seguono 2.210 assunti a tempo indeterminato (19,48%), 2.191 in somministrazione (19,31%), 664 in apprendistato (5,85%), 273 con contratto intermittente (2,40%) e 192 stagionali (1,69%).

Rispetto allo stesso periodo di un anno fa, le assunzioni scendono di quasi un punto percentuale, -0.93%, da 11.449 a 11.342. Quelle a tempo indeterminato calano da 2.527 a 2.210 per un meno 12,54%. Al contrario, aumentano i contratti a termine da 5.689 a 5.812, più 2,16%. In crescita pure i rapporti in somministrazione, da 2.102 a 2.191, più 4,23%. Numeri simili per gli stagionali, da 190 a 192, mentre l’apprendistato scende da 683 a 664 (-2,78%) e l’intermittente aumenta da 258 a 273 (+5,81%). Sempre nel primo trimestre 2024, le cessazioni dei contratti di lavoro nel Frusinate sono 8.815, di cui 3.801 a termine, 2.556 a tempo indeterminato, 1.806 in somministrazione, 355 in apprendistato, 177 tra i contratti intermittenti e 120 stagionali. L’anno scorso le cessazioni erano state 8.924, da allora è meno 1,22%.

In provincia di Frosinone risultano anche 1.474 variazioni contrattuali, di cui 1.208 trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti a termine, 213 di apprendisti trasformati a tempo indeterminato, 41 di trasformazioni a tempo indeterminato da rapporti in somministrazione, 6 di trasformazioni a tempo indeterminato da rapporti stagionali e 5 di trasformazioni a tempo indeterminato da rapporti intermittenti. In un anno le variazioni registrano una diminuzione del 10,55% dalle 1.648 del primo trimestre 2023. Per Di Cola, «seppur parziali sono dati che preoccupano rispetto allo stato di salute del tessuto economico e produttivo della nostra regione perché non evidenziano nessuna inversione di tendenza, ma l’acuirsi dei mali del lavoro, tra part-time involontario e forme di precarietà più spinte. È tempo che si apra una discussione profonda e coraggiosa sul modello di sviluppo della Capitale e della Regione Lazio per uscire dalla stagnazione economica e creare occupazione stabile, sicura, dignitosa e tutelata anche in vista del Giubileo che deve tramutarsi in un’importante occasione per risanare il mercato del lavoro del nostro territorio».

A commentare i dati anche il consigliere regionale del Pd Sara Battisti: «Il quadro descritto dalla Cgil è molto preoccupante. Del resto, questo report evidenzia una situazione già nota: basti pensare, facendo riferimento alla provincia di Frosinone, al grido d’allarme lanciato in questi giorni nell’indotto Stellantis, con una situazione sempre più insostenibile viste le “ferie” forzate dell’ex Fiat e la mancanza di commesse per le aziende del Cassinate. Serve invertire la rotta, la Regione si svegli dal torpore. Troppi posti di lavoro sono a rischio».

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