Spazio satira
Pontecorvo
15.08.2024 - 13:00
Il post sulla pagina Facebook del Gruppo parrocchiale di Sant’Antonio
Calunnie, veleni social e lettere diffamatorie. Il caso della parrocchia di Sant’Antonio, che indirettamente ha tirato in ballo la gestione dell’intera diocesi, è finito anche sulle piazze virtuali diventando virale. Nelle stesse piazze - veleni a parte - sono state davvero moltissime le attestazioni di solidarietà. E proprio tra i ringraziamenti sentiti a una comunità partecipe e solidale, è spuntata ieri sulla pagina della parrocchia pure l’ipotesi del coinvolgimento (nelle fila dei calunniatori) di ministri di Dio. Dietro quelle parole piede di odio, non solo i “leoni da tastiera” ma persino «qualche sacerdote». Persone che si celano dietro delle iniziali (indicate dalla stessa parrocchia) su cui ora si concentreranno le attenzioni degli inquirenti. «A loro (indicando i calunniatori, ndr) - prosegue la parrocchia - va il nostro pensiero affinché si convertano e trovino quella pace e quella serenità che in questi giorni hanno tentato di toglierci».
Parole forti, che invitano a essere costruttori di pace e che fanno da contraltare all’omelia del vescovo Antonazzo nella partecipata celebrazione di ieri mattina dell’incoronazione dell’Assunta. In cui, nonostante non sia stata fatta una correlazione diretta alla “bufera” sollevata, è stato inoltrato a più riprese l’invito a costruire la pace. «L’invocazione a Maria Regina di Pace è per noi, per questa città della pace perché meriti questo titolo. Lo meriti per l’atrocità della storia vissuta e oggi per la capacità do costruire sempre legami di pace - ha ribadito il vescovo Antonazzo - Il contrario avviene dal diavolo. Ed è uno sforzo di coscienza quello che dobbiamo fare: fare festa non significa dimenticare i problemi nostri o di altri. Significa assumerli, farli nostri e soffrire ma allo stesso tempo adoperarci per costruire dal basso della nostra quotidianità queste relazioni di dialogo e di pace».
Il “caso”
Il caso della parrocchia di Sant’Antonio è scoppiato qualche giorno fa, divampando all’improvviso. Con un fuoco incrociato, infatti, è stata sollevata la questione legata al viaggio in America saltato per alcuni fedeli (non tutti) che avevano programmato, attraverso la parrocchia, un tour con una agenzia viaggi poi svanita nel nulla; la questione legata alla mancata ordinazione del diacono Francesco Vennitti per una messa celebrata a Fatima e la lettera diffamatoria indirizzata sia al diacono che a don Benedetto. Ma che alla fine finiva per tirare in ballo anche il vescovo. In poche ore, insomma, era nato il “caso”. Poche ore dopo la situazione era già risultata incontenibile, tra veleni social e ipotesi sul percorso religioso del diacono. Subito i chiarimenti (non dovuti): la parrocchia vittima primaria della truffa, impegnata nel trovare il modo di risarcire i fedeli rimasti al palo per una «coscienza morale»; il perdono di papa Francesco già concesso da molto tempo, dopo l’autodenuncia del diacono alla Congregazione della Dottrina della Fede subito dopo la messa (con l’ordinazione solo posticipata) e la presentazione di una denuncia agli inquirenti per la lettera diffamatoria. Non la prima.
Non l’unica denuncia, però: troppi gravi le accuse e i veleni persino da parte di rappresentanti delle istituzioni. Un dossier importante, con i carabinieri già al lavoro su più fronti.
Le attestazioni di stima
Tantissime le attestazioni di stima rivolte alla parrocchia (che si è sempre dimostrata attiva nella solidarietà e in mille altre attività sociali per la comunità) e in particolar modo a don Benedetto e Vennitti. Parole di vicinanza sincera e di affetto che non hanno lasciato indifferenti i protagonisti dell’amara vicenda. Pronti ad andare questa volta fino in fondo: troppo forti le accuse. Piene di un odio che ha travalicato ogni limite. Inaccettabile in ogni caso, ma ancor più - laddove fosse possibile il coinvolgimento di un ministro di Dio - se dietro a tali azioni possa esserci qualcuno interno alla chiesa. Passaggio, questo, che insieme a tutto il resto verrà approfondito nelle sedi opportune.
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