Spazio satira
Le indagini
13.08.2024 - 17:00
Gli accertamenti eseguiti dagli inquirenti nella giornata di ieri
Hanno ispezionato ogni angolo, ogni intercapedine, ogni luogo “familiare”, giardino compreso, per cercare l’arma del delitto unitamente a ogni elemento utile - comprese le tracce di sangue - a ricostruire il quadro dell’omicidio di via San Giovanni Battista.
Personale tecnico del Nucleo investigativo del Comando Provinciale di Frosinone all’opera, nella giornata di ieri, dalle 9.15 fino alle 17 nell’abitazione di Mehdi El Boukhani, marocchino di 34 anni, bracciante agricolo nel settore del tabacco accusato dell’omicidio del giovane Mourad El Guerouani di 24 anni. Ispezioni anche nella casa dove i ragazzi si trovavano tutti insieme prima dei fatti. Sarà un successivo accertamento a permettere, invece, le verifiche sull’auto utilizzata per andare via dal luogo dell’omicidio.
Orari e reperti
Quattro ore trascorse a repertare elementi utili nelle due stanze, più una cucina e un bagno della casa del presunto assassino, che resta in carcere dopo l’udienza di convalida davanti al gip Di Croce. Ricerche anche nel giardino lì accanto. Altre tre ore di verifiche a casa dell’amico che aveva ospitato la “comitiva”, la domenica sera dell’omicidio, un monolocale soppalcato. Verifiche e reperti isolati anche fuori dal cancello, dove è stato ritrovato il corpo senza vita del giovane.
Accertamenti accuratissimi sui luoghi - su delega della procura - alla presenza anche degli avvocati del presunto omicida.
Al termine delle operazioni, il sequestro di oggetti utili alle indagini tra cui anche la potenziale arma, un oggetto appuntito. Saranno ora le ulteriori verifiche a confermarne o meno la compatibilità. E ad aggiungere un tassello fondamentale.
Il movente e i telefonini
Intanto gli uomini dell’Arma della Compagnia di Pontecorvo stanno scandagliando ogni ulteriore dettaglio anche per individuare un movente alla base della lite “fatale”. Mourad, ambulante sulle spiagge di Gianola senza un domicilio fisso, aveva raggiunto Pontecorvo per trascorrere qualche momento di svago. Da sei mesi in Italia stava cercando una sistemazione. Domenica sera, dopo le 22, i due marocchini insieme a tre pontecorvesi e a un capoverdiano si erano ritrovati in un bar del centro dove avrebbero alzato il gomito. Poi lo spostamento nell’appartamento di uno dei presenti per continuare a bere. Nell’appartamento di via San Giovanni Battista l’improvvisa tensione: parole di sfida pronunciate in arabo. Poi la decisione di andare via e di ritrovarsi fuori dal cancello dove la scena si cristallizza con Mourad a terra.
Uno dei ragazzi che cerca di aiutarlo, poi la chiamata al 118, i soccorsi e la constatazione del decesso. Troppo grave la ferita all’addome. Poco dopo i carabinieri trovano Mehdi a casa sua, a meno di un’ora dai fatti. I militari stanno analizzando ogni elemento, ogni singolo passaggio per capire cosa sia accaduto realmente e cosa possa aver acceso la miccia.
Così il 21 agosto ci sarà il conferimento dell’incarico per accertamenti irripetibili sui cellulari dei due ragazzi, per “studiare” le chat ed esaminare i tabulati telefonici. Altri elementi utili a comprendere i rapporti tra di loro.
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