Spazio satira
Cassino
11.08.2024 - 19:00
Il palagio badiale di Cassino
«Dovevamo partire anche noi, invece siamo tra quelli che non potranno più farlo».
E ancora: «Sognavo quel viaggio da tempo e certamente sono rimasta delusa. Voglio sperare che, almeno in parte, possa riavere la quota versata».
Sono - in sintesi - le voci dei fedeli delusi per aver corrisposto denaro senza poter visitare New York.
Non una meta come le altre, ma la Grande Mela che spesso simboleggia il viaggio della vita, uno dei viaggi più ambiti nel corso di un’intera esistenza.
«Speriamo di poter restituire le quote, abbiamo consegnato a un legale di fiducia la responsabilità di seguire tutta la questione», ha riferito don Benedetto Minchella anche nella giornata di ieri.
La truffa
La vicenda è quella della truffa alla parrocchia di Sant’Antonio.
Due i viaggi organizzati: uno dal 2 al 12 agosto e l’altro dal 16 al 25. Di mezzo un’agenzia romana con cui erano stati organizzati in passato altri pellegrinaggi e tour come a Malta o in Terra Santa.
Un agente, nello specifico, colui che sarebbe sparito sul più bello.
Anche se non tutti sono gli sfortunati, cioè coloro che sono incappati nelle maglie della truffa.
Una trentina i fedeli appena partiti, altrettanti quelli che lo faranno il 16 agosto ma solo perché - data l’impossibilità dell’agenzia fantasma di poter seguire tutti - la parrocchia aveva dirottato questa quota di partecipanti su un’altra realtà di viaggi. Ed è stata questa la... salvezza!
Senza poter preparare le valigie, dunque, ci sono quaranta persone per New York, altri venti per i successivi viaggi che si sarebbero dovuti svolgere sia a Vienna che in Cappadocia.
Quei 100.000 euro
Ora è tutto nelle mani dei carabinieri che hanno avviato serrate indagini.
Una copiosa documentazione - la cifra dei mancati viaggi si aggira intorno ai 100.000 euro - quella consegnata nelle loro mani, fatta anche di comunicazioni via e-mail con la fantomatica agenzia viaggi o di contatti attraverso numeri stranieri con quell’interlocutore svanito nel nulla a partire dal 29 luglio.
Il caso Vennitti
E mentre la questione continua a tenere banco in città come in tutta la provincia, non meno importante appare la vicenda che - sempre all’interno della stessa parrocchia - ha colpito Francesco Vennitti, diacono e assistente di don Benedetto che, ad aprile scorso, ha celebrato una messa a Fatima pur non essendo sacerdote.
Sarebbero le immagini circolate proprio sulla funzione ad aver impedito che lo scorso 6 agosto venisse ordinato sacerdote a Canneto. Non solo, a corredo anche un rischio scomunica.
Ma su questo lo stesso parroco aveva già ampiamente chiarito sulle nostre colonne: «Nessuna scomunica, altrimenti non potrebbe essere neppure diacono.
Attendiamo, dopo che Congregazione per la Dottrina della Fede (a cui Vennitti si è subito autodenunciato) lo ha liberato da ogni censura, la sua ordinazione».
La lettera anonima
E non c’è due senza tre.
E, dunque, veniamo alla lettera anonima e infamante indirizzata alle redazioni, in cui vengono presi di mira sia il parroco di Sant’Antonio che il diacono e finanche il vescovo Antonazzo.
Anche in questo caso ci sarebbe già una denuncia diretta al presunto autore.
I querelanti sarebbero convinti di aver individuato il responsabile dello scritto.
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