Cassino
10.08.2024 - 17:00
La parrocchia di Sant’Antonio
Fedeli pronti a partire per uno splendido viaggio in America, rimasti a piedi per colpa di un’altra agenzia “fantasma”. Così come accaduto meno di un mese fa a molti utenti del Cassinate che si sono affidati a una agenzia di Pontecorvo (persino sposi pronti alla luna di miele), anche a Cassino è scoppiato il caos dopo che una parte di viaggiatori è rimasta al palo. Si tratta di una parte, perché su 90 utenti circa - che attraverso la parrocchia di Sant’Antonio avevano programmato un viaggio in America - una trentina di persone per la prima partenza e altrettante per la successiva non hanno riscontrato problemi. Due infatti i viaggi: uno dal 2 al 12 agosto e l’altro dal 16 al 25, organizzati attraverso la parrocchia di Sant’Antonio, che si sarebbe rivolta alla stessa agenzia romana con cui erano stati organizzati in passato numerosi pellegrinaggi e altri tour. Tutti perfettamente riusciti.
Questa volta, però, qualcosa non ha funzionato. Sarebbe stato lo stesso agente poi scomparso - che dalle prime informazioni poi desunte avrebbe su di sé già alcune ombre - a chiedere al parroco di indirizzare alcuni utenti a un’altra agenzia: quella, cioè, che avrebbe permesso le reali partenze. Invece per i circa 60 utenti raggirati solo silenzio: telefono muto, comunicazioni solo per e-mail o con numeri stranieri. «Perché l’agente in questione diceva di essere all’estero» aggiunge don Benedetto. Che ha allegato alla denuncia presentata ai carabinieri - che hanno avviato serrate indagini - una copiosa documentazione.
In prima battuta c’era stato anche qualche sospetto sulla regolarità del viaggio: viaggio invece regolarissimo, come quello di Capodanno e degli altri già effettuati. Nessuno poteva immaginare. «Vogliamo rassicurare tutti i coinvolti che ci impegneremo a trovare la modalità con cui rimborsare i truffati, vittime come lo siamo noi, raggirati in prima battuta. Per una questione di natura morale. Non siamo nella possibilità di ridare le cifre già domattina - ha spiegato don Benedetto - ma stiamo ragionando su come fare. E confidiamo nelle indagini».
Davvero tantissimi i messaggi di solidarietà e le attestazioni di stima giunti al parroco: «Gesti che ci fanno enormemente piacere».
Ma nelle stesse ore in cui la notizia del viaggio saltato diventava di pubblico dominio, altro fuoco incrociato sulla parrocchia. Questa volta per una messa celebrata a Fatima.
Sulla presunta scomunica a Francesco Paolo Vennitti, diacono e assistente di don Benedetto per aver celebrato in aprile messa a Fatima non essendo sacerdote, ha ribadito: «Nessuna scomunica, altrimenti non potrebbe essere neppure diacono. Attendiamo, dopo che Congregazione per la Dottrina della Fede (a cui Vennitti si è autodenunciato, ndr) lo ha liberato da ogni censura, la sua ordinazione». Proprio il diacono ha aggiunto: «Sono rammaricato della cattiveria usata nei miei confronti, che non sono né scomunicato e né bandito dalla Chiesa cattolica.
Anzi, pienamente in comunione in quanto assolto dalla Santa Sede da ogni censura. Continuo dinanzi a Dio il mio cammino con tanta tranquillità, sperando di arrivare presto all’ordinazione sacerdotale». Poi, sul viaggio saltato, aggiunge: «Mi dispiace del danno mediatico che la parrocchia di S. Antonio sta avendo: dopo 12 anni di viaggi sempre ben riusciti e partecipati siamo incappati in una truffa». Invece, sulla lettera infamante indirizzata alle redazioni, in cui a essere presi di mira sono sia don Benedetto che il diacono - ma indirettamente anche il vescovo - il parroco conferma la denuncia. Non la prima.
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