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Anagni

Emergenza cinghiali. Ancora un incidente

L’episodio ieri mattina lungo le curve di via Muraglione. Numerosi gli avvistamenti degli animali in altre parti della città

Emergenza cinghiali. Ancora un incidente

Il grosso cinghiale che si è scontrato con un’automobile nella mattinata di ieri in via Muraglione: per fortuna nessun ferito

Cinghiali dappertutto, un grosso esemplare provoca un incidente e rimane ucciso; nessuna lesione rilevante per il conducente della macchina, ma gravissimi danni alla carrozzeria.
È accaduto ieri mattina, verso le 5, lungo i tornanti di via Muraglione, la strada che collega la Circonvallazione Nord alla Via Casilina con imbocco al km 68.

Il giovane impiegato residente in zona Monti, recandosi al lavoro, non ha potuto evitare il grosso animale, seguito dalla prole, uscita correndo dal viottolo alla sua destra.
Un rigagnolo d’acqua, che sgorga ininterrottamente, è stato prudenzialmente dirottato fuori della carreggiata e la pozza d’acqua formatasi, provvidenziale soprattutto nei periodi di arsura, attira cinghiali e altri animali, ma non mancano purtroppo conseguenze negative. Dopo l’urto, l’automobilista ha chiamato la pattuglia dei carabinieri della locale compagnia, che sono intervenuti sul posto per accertare l’accaduto e eventualmente verbalizzare le circostanze.

Non è il primo episodio, e c’è da ritenere che non sia l’ultimo della serie. Nei giorni scorsi, dopo l’avvistamento dei gruppi di cinghiali in via San Magno, via Consolazione e via Santa Cecilia, una piccola mandria è stata avvistata e videoripresa in via Case Nuove, dove orti e giardini subiscono le devastanti visite notturne.

Lungo la dorsale, appena ieri l’altro, è stata registrata e diffusa la presenza di un lupo, predatore per eccellenza, sicuramente attratto dalla presenza degli ungulati: il cinghiale, come ben noto, è una delle prede preferite dal lupo.
La presenza dei lupi, sia nella zona montana (dai bordi del lago di Canterno alla zona alta di Tufano) che in pianura (avvistamenti molto frequenti nelle praterie attorno alla Macchia e all’interno del folto bosco ceduo), testimonia la diffusione del canide, che oltre a sfamarsi a spese delle greggi nostrane, si dedica alla sua caccia preferita. Le scarne battute organizzate, e la collocazione di trappole, non hanno sortito effetti concreti, e c’è da temere che la bella stagione provocherà la nascita di altre migliaia di esemplari. Si salvi chi può.

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