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Frosinone

Finti incidenti, così è saltato il banco

L’operazione sulle truffe alle assicurazioni, che ha portato quattro ai domiciliari, nata su segnalazione delle compagnie. Anche i medici che scoprirono l’uso illecito dei propri certificati hanno presentato denuncia. Le chat acquisite dalla procura

Finti incidenti, così è saltato il banco

L’operazione è stata condotta dalla polizia stradale di Frosinone

Investigatori privati ingaggiati dalle compagnie assicurative insospettite per alcuni incidenti stradali. Medici che disconoscono i certificati e le proprie firme. Centri di riabilitazioni inesistenti. Un esposto anonimo, inviato da chi era a conoscenza del meccanismo.
C’è questo e altro ancora nell’inchiesta della procura di Frosinone per il reato di associazione a delinquere finalizzata alle frodi alle compagnie assicurative. Un sistema - secondo le accuse raccolte dalla polizia stradale - ben collaudato con ruoli ben definiti per ognuno dei protagonisti.

Il gip del tribunale di Frosinone Ida Logoluso ha applicato gli arresti domiciliari nei confronti di quattro persone: Cristian Maramao, 37 anni, Cristiano Rotondo, 53, e Eleonora Testa, avvocato, 35 anni, tutti di Frosinone e Sandro Pellegrino, 64, romano liquidatore di una società. Disposti poi due obblighi di firma e il divieto di esercitare uffici direttivi nelle società per Daniele Rotondo, 42 anni, di Frosinone.

L’indagine ha preso avvio nel maggio del 2023 dalla denuncia presentata da un medico di Frosinone. Questi era stato contattato da alcune società di investigazioni, attivate da una compagnia di assicurazioni. Al medico erano stati presentati certificati medici riportanti la carta intestata del suo studio e a sua firma per incidenti stradali. Il medico, però, ha disconosciuto le firme e presentato, a sua volta, una denuncia. Imitato da un collega, anch’egli avvisato dagli investigatori privati, ingaggiati da altre assicurazioni. Uno dei medici contestava la veridicità di 70 certificazioni.

L’autorità giudiziaria collegava queste prime informazioni a un esposto anonimo, pervenuto qualche tempo prima, contro l’avvocato Andrea Dini, il professionista frusinate, morto il 18 luglio di un anno fa dopo esser precipitato dalla finestra del suo studio professionale. Per questo fatto, la procura di Frosinone ha aperto un autonomo fascicolo per l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio. Dal contenuto dei dispositivi informatici sequestrati al legale, gli investigatori trovavano spunti investigativi ritenuti utili all’inchiesta sulle frodi assicurative. Nel frattempo, sono giunte in procura le denunce di otto compagnie assicurative.

Si è giunti così alla contestazione di associazione a delinquere finalizzata, secondo la prospettazione accusatoria, ai falsi e alle frodi ai danni delle compagnie di assicurazioni per ottenere gli indennizzi per incidenti stradali, in alcuni casi inesistenti, altri effettivamente verificatisi ma con persone, danni materiali e a persone diversi da quelli prospettati, o attraverso artificiose ricostruzioni dei fatti. A tal fine, l’accusa ritiene siano state presentate false documentazioni attestanti le lesioni e le prestazioni fisioterapiche.

Per la procura di Frosinone capi e promotori dell’associazione sarebbero stati l’avvocato deceduto Andrea Dini, la collega di studio (sino a fine 2022) avvocato Eleonora Testa, Cristian Maramao, collaboratore dei legali, e gestore di fatto di una società, formalmente intestata a un ignaro soggetto, per la gestione delle pratiche assicurative. Stando alle accuse, a occuparsi della gestione delle pratiche assicurative anche Daniele e Cristiano Rotondi, ritenuti anch’essi tra i promotori e organizzatori del sodalizio. Promotore e organizzatore, secondo la procura, anche Sandro Pellegrino, dipendente di una delle società assicuratrici.
Gli indagati sono difesi dagli avvocati Riccardo Masecchia, Monia Ciotoli, Dario Lolli, Giampiero Vellucci, Gianluca Tognozzi, Sandro D’Anella e Francesca Sibilia.

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