Spazio satira
Il caso
05.07.2024 - 13:00
L'ospedale di Cassino
Gravissima asfissia neonatale, in cinque finiscono a processo. Nelle scorse ore la sentenza a otto anni dai fatti, con la condanna di una ginecologa dell’ospedale di Cassino per le gravissime lesioni riportate da un bambino a causa del ritardato parto cesareo e l’assoluzione di altri quattro professionisti. È stata emessa nel pomeriggio di mercoledì la sentenza di condanna nei confronti di una dottoressa dell’ospedale di Cassino per le gravissime lesioni riportate da un nascituro a causa di un notevole ritardo nell’esecuzione del taglio cesareo d’emergenza. Accolte, dopo 4 anni di una lunga e non poco sofferta istruttoria dibattimentale, le richieste dei genitori del piccolo che si sono costituiti parti civili e sono stati assistiti dagli avvocati Paolo Marandola e Benedetta Altobelli.
La ricostruzione
Era il 4 novembre del 2016 quando due giovani coniugi cassinati si recavano in ospedale a Cassino poiché il loro piccolo stava per nascere. La giovane madre, infatti, era alla 41° settimana, e in preda a forti dolori addominali, giungeva al pronto soccorso dove veniva immediatamente indirizzata presso il reparto di ostetricia e ginecologia con la diagnosi di gravidanza a termine-inizio parto. Tuttavia - come ricostruito anche in aula - il giorno dopo veniva inspiegabilmente dimessa, salvo poi essere ricoverata e operata d’urgenza il giorno 6 novembre, allorquando i sanitari prendevano atto che si era verificato un gravissimo episodio di sofferenza fetale, con una temporanea scomparsa del battito cardiaco del bambino. Il piccolo nasceva il 6 novembre 2016 con gravissimi danni neurologici, tanto da essere trasportato d’urgenza al Bambino Gesù di Roma dove, giorno dopo giorno, visita dopo visita, saranno diagnosticate le gravissime e irreversibili conseguenze derivanti dal ritardo nell’esecuzione del parto.
Scattava dunque la denuncia dei giovani genitori. La procura di Cassino, dopo le prime indagini e dopo una prima consulenza di medici legali, aveva ritenuto opportuno formulare una richiesta di archiviazione. I due ragazzi, però, decidevano di non arrendersi e assistiti dall’avvocato Paolo Marandola si opponevano alla richiesta di archiviazione. Solo l’inizio della battaglia. Accogliendo l’istanza, il gup disponeva l’imputazione coatta di cinque professionisti dell’ospedale di Cassino. Dopo un lungo e delicato processo durato altri quattro anni, durante il quale sono stati escussi numerosi testimoni, consulenti di parte e periti, il dottor Marco Gioia - accogliendo le tesi della Procura e degli avvocati Paolo Marandola e Benedetta Altobelli, che si sono avvalsi delle considerazioni medico-legale del professore Domenico Arduini - ha condannato la ginecologa che aveva gestito la situazione d’emergenza durante il parto della donna alla pena di mesi 6 di reclusione (pena sospesa), al risarcimento di tutti i danni subiti dal piccolo e dai suoi genitori, nonché al risarcimento delle spese di costituzione di parte civile. Il parto cesareo avrebbe dovuto essere eseguito nel più breve tempo possibile, al massimo entro 30 minuti, e invece fu eseguito solo dopo circa un’ora nonostante l’evidenza di una situazione di assoluta emergenza. Tale ritardo, come emerso dal lungo e delicato processo, fu determinante per l’insorgenza delle gravissime patologie da cui il povero piccolo è ancora affetto. Assolti gli altri quattro medici che avevano avuto in cura la giovane donna.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione