Spazio satira
Il caso
28.05.2024 - 13:00
Alcuni esponenti dell'associazione “L'albero di Thomas” che ha realizzato il sondaggio
Il malessere e il disagio serpeggiano tra i giovani di Alatri, alcol e droga dilagano ovunque. Sono questi gli inquietanti risultati raccolti dall’associazione “L’albero di Thomas” durante lo scorso inverno in occasione di vari eventi pubblici in ambito scolastico. Per elaborare tutti i dati sono occorsi diversi mesi e il quadro che ne è venuto fuori è allarmante. Partiamo dal fatto che il lavoro è stato svolto prendendo un campione composto da 200 tra ragazzi e ragazze, dai 15 ai 18 anni: adolescenti e nuovi adulti.
La prima cifra è: 57. La percentuale dei giovani che fa uso di cannabis, in maniera sporadica o abituale. Altro numero che fa impressione: il 22% ammette di aver già avuto esperienze con la cocaina. Si tratta di un giovane su cinque. Anche l’alcol è molto presente tra i ragazzi della città: il 42% beve alcolici insieme con gli amici, specie nel fine settimana e non trova la cosa disdicevole. Se queste solo le percentuali inerenti l’uso di droghe e alcol, non va meglio per quanto concerne i rapporti con la propria famiglia e la realtà che li circonda, oltre al fatto che c’è una mancanza di fiducia nei confronti della società. Il 13% dichiara di non sentirsi soddisfatto e di non sentirsi sostenuto dalla propria famiglia.
Questa percentuale si impenna in maniera esponenziale se si chiede ai giovani alatrensi di esprimere la loro fiducia nelle istituzioni: il 64% non ha alcuna stima di queste ultime, confermando un distacco molto chiaro dal mondo della vita politica e amministrativa. Un altro dato che fa male, malissimo: l’82% ritiene che ad Alatri non troverà mai la strada per il suo futuro: più di 8 su 10 vede quindi la città come un luogo dove le proprie ambizioni e aspirazioni non avranno cittadinanza.
«Sono dati che dovrebbero portare ad una seria, ragionata e profonda riflessione sulla situazione dei nostri ragazzi - ci dice il rappresentante de “L’albero di Thomas”, Lorenzo Sabellico - La cosa che mi ha lasciato pensare di più è stata la risposta che in molti hanno dato alla domanda se si sentissero soddisfatti della loro vita familiare. Vorrei aggiungere che una città e un territorio che non progettano per i suoi giovani, non includendoli e non tenendo conto di loro nelle scelte che si fanno tutti i giorni, ci parlano di una realtà condannata inevitabilmente al fallimento. Qui, bisogna rimboccarsi le maniche tutti per dare quelle risposte che sono mancate».
Agli esperti, ai sociologi, alla politica e alla Chiesa, ma pure al singolo cittadino il compito di analizzare questi dati che dipingono un mondo, quello giovanile, alle prese oggi con tanti problemi.
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