False fatture con imprese ciociare, romane e cinesi. Nuove perquisizioni

Nuove perquisizioni per l’inchiesta sulle false fatture e l’autoriciclaggio con imprese ciociare, romane e cinesi. L’inchiesta ora rischia di allargarsi su alcuni investimenti effettuati da società asiatiche a Frosinone e provincia. Intanto, domani proseguono gli interrogatori di garanzia con i sei arrestati agli arresti domiciliari. Nei giorni scorsi il gruppo di Frosinone della guardia di finanza ha condotto l’operazione “Perno d’Oriente” conclusasi, su disposizione del gip di Roma, con tre persone in carcere (Fabrizio Chiappini, 56 anni, frusinate, Alessio Possenti, 47, di San Cesareo e il cinese Genfa Wang, 69, residente nella capitale) e sei agli arresti domiciliari (Stefano Scicchitano, 70, di Ceccano, Bruno Del Corno, 68, di Albano Laziale, e i cinesi Yrui Wu, Anqui Cai, Hongwei Wu e Suli Wei, residenti tra Napoli, Roma e Latina).

Nel frattempo sono state effettuate tre perquisizioni in altrettante abitazioni tra cui quella di un professionista. L’attenzione investigativa si concentra ora sugli intermediari che avrebbero messo in contato gli imprenditori con i cinesi per mettere in piedi il sistema di fatture per operazioni inesistenti - come ritiene la procura di Roma - per creare quella provvista di 5,5 milioni di euro che poi attraverso una serie di bonifici, 470, sarebbero arrivati in Cina e a Hong Kong, per cui è contestato il reato di autoriciclaggio. Il compenso per le fatture emesse senza giustificativi sarebbe stato il 2% dell’ammontare, secondo i riscontri effettuati dai finanzieri. Che ora si starebbero concentrando anche su una serie di investimenti effettuati da società asiatiche con base a Roma nelle altre province, tra cui Frosinone.

Dopo che i primi indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, domani sono previsti altri interrogatori di garanzia, tra cui quello del settantenne ceccanese, dalla cui società, secondo le accuse, sarebbero stati bonificati quasi 2,7 milioni verso imprese cinesi, che è difeso dall’avvocato Giampiero Vellucci.