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L'analisi

Inquinamento, Frosinone al top. Numeri record nella Valle del Sacco

In occasione della Giornata mondiale della Terra Legambiente inserisce il capoluogo tra i peggiori quattro d’Italia Allo Scalo già 38 i giorni oltre i limiti per le polveri sottili, ma nel Lazio fa peggio di tutti Ceccano con 44. Passo indietro di Alatri

inquinamento legambiente

Legambiente ha fornito i dati sui superamenti dei limiti per le polveri sottili nei capoluoghi italiani

«La cura e il benessere della Terra passano prima di tutto da una buona qualità dell’aria. Per avere un pianeta con aria pulita e città più vivibili e sane, serve un impegno collettivo che coinvolga nella lotta contro lo smog, non solo le istituzioni, ma anche i cittadini. Non si può restare in apnea, respirare è vivere. Ognuno di noi può dare il suo contributo scegliendo una mobilità e un’alimentazione sostenibile e contribuendo a più verde urbano in città». È il messaggio che Legambiente lancia in occasione della 54° Giornata mondiale della Terra promossa dalle Nazioni Unite. Un messaggio che passa anche per la Ciociaria. Dopo il primo posto ottenuto in Italia da Frosinone, nel 2023 con la centralina di via Puccini, per il maggior numero di superamenti dei limiti per le polveri sottili, anche nel primo trimestre del 2024 il capoluogo si conferma tra i primi. In base alla classifica redatta da Legambiente - sulle città capoluogo dal 1° gennaio al 31 marzo - il maggior numero di sforamenti, con 44, si ha a Verona con la centralina di Borgo Milano, a seguire Vicenza San Felice con 41, Padova Arcella con 39 e, appena sotto il podio, Frosinone Scalo con 38. Seguono poi Venezia, Brescia, Torino e Cremona, tutte con 36. Sono otto le città capoluogo fuori legge, evidenzia Legambiente.

Se, invece, la classifica passa dal nazionale al regionale, ecco allora che la centralina con il maggior numero di sforamenti è Ceccano con 44, seguita da Frosinone Scalo con 38 e da Colleferro viale Europa con 29. Anche le successive tre sono ciociare: Ferentino e Alatri con 22, Colleferro largo Oberdan, Roma Tiburtina e Frosinone viale Mazzini con 13. Se non altro, nella classifica di Legambiente non figura alcuna centralina ciociara per le giornate di sforamento con valori pari o superiori ai 100 microgrammi per metro cubo, ovvero il doppio del consentito (nella lista sono compresi i capoluoghi che hanno da un massimo di 12 a un minimo di 5 sforamenti da 100 microgrammi per metro cubo in su). Anche se, in realtà, a Ceccano tale soglia è stata raggiunta o superata cinque volte con un massimo di 104 il 1° febbraio, e a Cassino quattro con un picco di 122, il 31 marzo, una volta a Frosinone Scalo, il 27 gennaio con 105 microgrammi per metro cubo, e due in viale Mazzini con 112 e 105, il 31 marzo e il 1° aprile.

Legambiente ricorda che «da questo momento le città fuorilegge non possono più sforare e l’emergenza dovrà essere affrontata sistematicamente per il resto dell’anno (nonostante la primavera renda il problema meno acuto e sentito da amministrazioni e cittadini) per evitare che il prossimo autunno, con il cambio di stagione, queste città rischino seriamente di doppiare gli sforamenti consentiti».

Peraltro, i dati sulla qualità dell’aria sono stati diffusi proprio ieri da Legambiente anche in vista dell’ultima plenaria (22-25 aprile) in programma a Strasburgo per l’approvazione finale sulla revisione della direttiva europea sulla qualità dell’aria. Senza tener conto del fatto che l’Italia è stata messa in mora per le continue violazioni dei limiti per le polveri sottili, parte delle quali sono ascrivibili alla situazione nella valle del Sacco.

«La situazione dell’inquinamento atmosferico nei primi 91 giorni del nuovo anno - dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente - è davvero preoccupate. Per questo in occasione della Giornata mondiale della Terra vogliamo tornare sul tema della qualità dell’aria e chiedere a tutti un impegno collettivo. Servono un maggiore impegno e azioni concrete non più rimandabili, efficaci e ad ampio respiro, che vedano integrarsi politiche urbane, regionali e nazionali su temi trasversali legati ai principali settori emissivi come il traffico, l’agricoltura, il riscaldamento domestico e le industrie. Ma anche i cittadini possono concretamente fare il proprio dovere e dare il buon esempio, a cominciare da un cambio di abitudini che prevedano un minor utilizzo della macchina per tragitti brevi e facilmente percorribili a piedi o con la bicicletta o collegati dal trasporto pubblico; interventi per rendere più efficienti energeticamente le nostre case e scelte consapevoli sulla spesa alimentare che mirino ad una riduzione dei consumi di quei prodotti derivanti da allevamenti e agricoltura intensivi; contestualmente serve anche aumentare la quantità di verde nelle nostre città, mettendo a dimora alberi, avendo cura degli spazi pubblici che devono diventare i polmoni delle nostre città per tornare a respirare aria pulita».

Legambiente nota che «il 69% delle centraline di monitoraggio analizzate (109 su un totale di 168 di cui si aveva il dato disponibile) hanno avuto almeno una giornata con una concentrazione superiore ai 100 microgrammi per metro cubo (contro il limite di legge giornaliero di 50) fino ad un massimo registrato di oltre 200». Nel confronto con l’anno scorso peggiorano Alatri con 22 superamenti in più, Frosinone Scalo con 5 e viale Mazzini con 2 (al pari di Fontechiari) e Cassino con 1, migliorano Ceccano con 6 sforamenti in meno e Anagni con -5. Rispetto al 2019 -11 a Ceccano, -5 a Frosinone Scalo, ma anche più 13 ad Alatri, più 6 a Ferentino e più 5 ad Anagni.

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