Spazio satira
Alvito
14.04.2024 - 19:12
La Corte di Appello di Roma ha confermato la pena a due anni e due mesi
Picchiata quasi quotidianamente dal marito. Insultata, denigrata sia come madre, sia come donna. Calci e pugni anche davanti al loro figlio. In un episodio, lui, un cinquantenne di Alvito, ha tentato di soffocarla con un copripiumino. Botte pure mentre lavava i piatti o stirava. In diverse occasioni è stata costretta a fare ricorso alle cure dei medici in ospedale, per le ferite riportate. Costretta a chiudersi a chiave in camera da letto per evitare le aggressioni continue.
A febbraio dello scorso anno la condanna nei confronti del marito violento. Inflitti, in primo grado, due anni e due mesi. L’altro ieri la sentenza della Corte di Appello di Roma che ha confermato la pena per l’imputato.
La ricostruzione
Un incubo durato anni. La donna ha sperato fino all’ultimo che il marito potesse cambiare. Ma inutilmente. Ha poi trovato la forza e il coraggio di lasciare il coniuge e denunciarlo. Minacce di morte, offese, pugni e calci in più occasioni. Violenze anche davanti al figlio. Sono le accuse per cui il cinquantenne è finito a processo. Pugni e calci quando erano in macchina, violenze proseguite nella loro abitazione.
Un giorno è arrivato a malmenarla perché il pranzo non era ancora pronto e in un altro caso perché quando è rientrato a casa, nel pomeriggio, il bambino ancora non dormiva. In diverse circostanze la vittima è stata costretta raggiungere il pronto soccorso per le ferite riportate a seguito delle violenze.
Ma non ha mai trovato la forza di denunciarlo, fino a quando è riuscita a dire basta. “Ricordati queste parole, quando meno te lo aspetti ti ammazzo. Mi arresteranno, ma vivo resto, tu morirai”. Sono alcune frasi che il cinquantenne ha rivolto alla moglie. La donna ha temuto per la sua incolumità, tanto da vivere nel terrore. La parte offesa è stata assistita dall’avvocato Gabriele Leone. Venerdì scorso, dunque, la sentenza confermata dalla Corte di Appello: 26 mesi per il cinquantenne.
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