Spazio satira
L'agguato
10.03.2024 - 12:00
La polizia scientifica sul luogo dell'agguato FOTO MASSIMO SCACCIA
Uno, due, forse sei o anche più colpi di pistola.
Quello che si nasconde dietro l'agguato di ieri sera in via Aldo Moro è un regolamento di conti. Una scena così cruenta che ha sconvolto molti. Alla base - e in molti ieri sera l'hanno pensato - deve nascondersi qualcosa di veramente importante.
Una delle prime ipotesi che si è fatta strada è quella di una vendetta legata al traffico degli stupefacenti. Uno sgarbo, un'invasione di campo da punire con il sangue. Tra i due gruppi c'è stata sicuramente una lite. Non si escludono ipotesi alternative, a cominciare dalla lotta per il controllo del mercato della prostituzione. Non è la prima volta che si spara a Frosinone. Il 10 dicembre 2019, in via Albinoni, due uomini si erano dati appuntamento. Ma quello che è arrivato a piedi ha sparato colpendo alla testa il rivale che, solo per un caso, non è morto. A sparare un albanese, poi condannato per tentato omicidio, contro un macedone. Sullo sfondo contrasti legati alla prostituzione.
Un altro tentato omicidio era avvenuto alle Fornaci il 16 aprile 2015. In due, anche in quel caso albanesi, erano accusati di aver voluto regolare i conti con un gruppo di romeni dopo il danneggiamento di una vettura per motivi sentimentali. Per uno è scattata la condanna, definitiva, per tentato omicidio. Lo scorso luglio si erano verificate tre sparatorie, senza feriti tra lo Scalo e Porta Campagiorni.
Solo la scorsa settimana, al Casermone nel corso di un'operazione antidroga condotta dai carabinieri, sono stati arrestati due albanesi. È stata sequestrata una pistola Glock, con matricola abrasa, il colpo in canna e il caricatore inserito con sette proiettili più 25 cartucce di un'altra arma. A dimostrazione di come i gruppi criminali abbiano le armi.
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