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La situazione

Aggressione all'avvocato Roberto Angelosanto, c'è la denuncia

Ieri la formalizzazione dopo la violenza avvenuta mercoledì mattina fuori dal Palazzo della cultura. Dopo il Consiglio dell'Ordine anche il Cnf e l'Ocf hanno espresso solidarietà al professionista

Aggressione all'avvocato Roberto Angelosanto, c'è la denuncia

L'avvocato Roberto Angelosanto, primo cittadino di Sant'Elia Fiumerapido, aggredito mercoledì Coa, Cnf e Ocf in campo a suo sostegno

Violenta aggressione mercoledì mattina fuori dal Palazzo della cultura di Cassino ai danni dell'avvocato Roberto Angelosanto, primo cittadino di Sant'Elia Fiumerapido. Ieri il legale colpito ha formalizzato una denuncia. E il Consiglio dell'Ordine (Coa) di Cassino, che sta valutando quali azioni esemplari intraprendere, ha già annunciato di volersi costituire parte civile in un futuro processo.

L'avvocato Angelosanto, sindaco di Sant'Elia e fratello dell'ex generale del Ros Pasquale Angelosanto - che arrestò Matteo Messina Denaro e oggi a capo, come coordinatore nazionale, della lotta all'antisemitismo - è stato aggredito mercoledì mattina con schiaffi e calci dopo aver presentato un pignoramento per canoni di locazione di un'attività commerciale non versati (con la cessazione dell'attività avvenuta molto prima dell'azione di sfratto vera e propria) oggetto di uno sfratto per morosità: una cifra di poco inferiore ai 30.000 euro.

Sarebbe stato questo il pretesto che avrebbe spinto un soggetto ad avvicinarsi prima al bancone del bar, chiedendo al professionista se lo avesse riconosciuto. Poi, una volta fuori dal locale, schiaffi e calci alle costole. Una violenza senza paragoni: «Sono stato soccorso dagli avventori» ha raccontato Angelosanto. Subito dopo, l'arrivo dei carabinieri e dell'ambulanza. Una corsa in ospedale unita a tanta paura, poi gli accertamenti e la diagnosi di trauma cranico, ematoma sotto l'occhio e frattura di due costole con dieci giorni di prognosi.

Una valanga di solidarietà
Immediata la solidarietà del Coa di Cassino, con il presidente Giuseppe Di Mascio a denunciare la gravità del fatto: una violenza fatta non solo nei confronti dell'amico e collega, ma anche contro «la funzione stessa che l'avvocato è chiamato a esercitare, con compromissione inevitabile di quel diritto di difesa che la Costituzione riconosce quale diritto fondamentale del cittadino».

Ieri mattina anche il prefetto di Frosinone, il dottor Ernesto Liguori, ha contattato Angelosanto esprimendo una sincera vicinanza e una profonda solidarietà. Ma le attestazioni, pubbliche e private, sono state davvero tantissime. E il legale aggredito non nega il piacere di tanta attenzione.
Il Consiglio nazionale forense (Cnf) ha manifestato «la più ferma condanna per la vile aggressione subita dall'avvocato Roberto Angelosanto, che stava svolgendo il proprio mandato professionale. La violenza ha lasciato il professionista con gravi lesioni, tra cui due costole rotte e un trauma cranico».

Poi aggiunge: «Il Cnf esprime vicinanza al Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Cassino che per primo ha denunciato il fatto, che costituisce una deriva sociale e culturale preoccupante, associando l'avvocato al proprio assistito. Si tratta non solo di una grave minaccia alla sicurezza personale del collega coinvolto, ma anche all'integrità del ruolo sociale e costituzionale di tutti gli avvocati. Tale minaccia compromette inevitabilmente il diritto di difesa, un principio fondamentale sancito dalla Costituzione a tutela di tutti i cittadini».

Stessa posizione assunta dall'Organismo congressuale forense (Ocf) che ha espresso il proprio sdegno per la vile aggressione subita da Angelosanto «nell'ambito e a ragione di un proprio mandato professionale. Esprimendo solidarietà al collega, all'Ordine degli Avvocati di Cassino ed all'Unione degli Ordini Forensi del Lazio. Tali deprecabili fenomeni non sono più episodici, purtroppo, ed è sempre più frequente confondere l'avvocato con la parte assistita - sottolineano dall'Ocf - in spregio alla dignità della funzione difensiva, di rango costituzionale. Combattere aspramente tale pericolosa deriva culturale resta tra le priorità dell'Ocf».

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