Spazio satira
Stellantis
21.02.2024 - 17:00
I lavoratori della De Vizia durante l'ultimo sciopero sulla sicurezza nel 2023
«Stellantis torna a colpire l'indotto e, quindi, i suoi lavoratori», parte così il grido d'allarme della Uilm, con il coordinatore regionale Francesco Giangrande, che fotografa un nuovo fronte di emergenza, quello che tocca 33 famiglie della De Vizia - azienda interna allo stabilimento Stellantis di Piedimonte che si occupa della pulizia di cassoni e cassonetti all'aperto - presto a casa e con un preavviso di soli trenta giorni. «Il 14 febbraio la multinazionale ha revocato anticipatamente il contratto di appalto alla De Vizia dando soltanto 30 giorni di preavviso. La notifica del recesso del contratto è arrivata via pec con un preavviso che non rispetta i termini di legge.
Intatti - spiega nel dettaglio il sindacalista che da anni si occupa della tutela dei lavoratori - la normativa sulla cessazione di attività con dipendenti superiori a 15 unità prevede 75 giorni complessivi di preavviso mentre, con questo modo di fare e ignorando la legge, Stellantis contringerà la De Vizia ad avere sul proprio libro matricola i dipendenti fino al settantacinquesimo giorno.
Ma l'ex Fca ignora anche 33 famiglie che lavorano da una vita in un'azienda che ha un appalto interno, operando su una vasta area dove provvede alla pulizia dei cassoni e dei cassonetti all'aperto a servizio dello stabilimento Stellantis.
Ci sono addirittura dipendenti assunti dai primi anni Novanta e che ora si ritrovano in questa assurda situazione. Ecco perché oggi i lavoratori di De Vizia, insieme a tanti altri, aderiranno allo sciopero nazionale di Cgil e Uil mentre da lunedì inizieranno la "lotta" a tempo indeterminato.
Sciopero a partire dal primo turno, dalle 6 alle 14, con il blocco di un'attività di estrema importanza che potrebbe mandare in tilt quel poco di produzione che Stellantis sta producendo su un solo turno di lavoro. Oggi stesso ci sarà un incontro tra Rsu e organizzazioni sindacali con la De Vizia, definito "esame congiunto", per capire ulteriormente le motivazioni di una simile decisione. Ma la Uilm, unitamente alle Rsu, dice "basta" a questa vigliaccheria!».
Il fronte è caldo, bollente.
Le realtà dell'indotto continuano a essere gravemente penalizzate dagli scarsi volumi e dalla mancanza di un piano industriale specifico per il Plant cassinate, al netto di promesse e annunci.
E dal continuo, anche se non apertamente dichiarato, "sfoltimento" del personale interno alle fabbriche, soprattutto in vista del'avvento definitivo dell'elettrico che prevede un numero notevolmente inferiore di lavoratori sulle linee.
Le ricadute sociali sono sempre più devastanti, soprattutto in un territorio che non ha mai avuto la forza di reinventarsi e di guardare oltre il settore dell'automotive.
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