Spazio satira
Il caso
16.02.2024 - 10:00
Nei documenti sul caso del bambino allontanato dai genitori, si parla anche del Casermone, luogo di residenza della coppia
Denuncia la cognata per maltrattamenti in famiglia e viene collocata con un bimbo piccolo in una casa di rifugio. Poi la donna ritorna dal compagno, nel frattempo uscito dal carcere, con cui decide di riallacciare la relazione e crescere insieme il piccolo. Ma ai genitori viene sospesa la responsabilità genitoriale, con nomina di un tutore e di un curatore speciale.
E così il bimbo viene collocato in una comunità socio educativa, lontano dai genitori, su disposizione del tribunale per i minorenni che invia gli atti al pm per l'apertura di un procedimento volto all'accertamento dello stato di abbandono.
Ma la madre protesta e denuncia che da tre settimane non riesce ad avere notizie del bambino e nemmeno a vederlo, nonostante le siano stati garantiti incontri in uno spazio neutro.
Sul caso c'è una relazione dei servizi sociali del Comune di Frosinone poi inviata al tribunale per i minorenni di Roma. Secondo gli assistenti sociali le condizioni dell'abitazione della coppia «non sono idonee alla vita quotidiana», contestate anche carenze igieniche e il mancato rispetto del calendario vaccinale. Quanto all'alloggio, i servizi sociali evidenziavano che la famiglia vive al Casermone, «dove il proliferare di azioni di spaccio di sostanze psicotrope è all'ordine del giorno, con "vedette" poste in maniera da poter controllare l'intera zona».
Tutte contestazioni che la mamma (incensurata), trasferitasi per un breve periodo a Milano con il bimbo, respinge. Tuttavia, alla luce di quanto comunicato al tribunale per i minorenni era lo stesso servizio sociale del Comune a richiedere, nell'interesse del minore, «un provvedimento urgente e indifferibile» quale «l'inserimento un una comunità socio educativa».
Convocata con una scusa in Comune, la mamma giunta col bimbo è tornata a casa da sola. Il minore, infatti, è stato allontanato da lei e posto in una comunità. Da allora sta chiedendo di poter vedere il figlio. Senza risposta anche telefonate e pec inviate al Comune. Il timore della madre è che il bimbo possa ora essere adottato.
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