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L'inchiesta

Truffa alla Asl. Cinque radiologi accusati di gonfiare le ore di lavoro

Il gip ordina l'imputazione coatta per cinque tecnici di radiologia dell'ospedale Santissima Trinità. Avrebbero intascato migliaia di euro in più del dovuto

tribunale cassino

Il tribunale di Cassino

Imputazione coatta per il reato di truffa aggravata ai danni della Asl. Sotto accusa cinque tecnici radiologi dell'ospedale Santissima Trinità che, secondo l'accusa, avrebbero gonfiato le ore di lavoro prestate durante il servizio di pronta disponibilità notturna, intascando così somme non dovute per diverse migliaia di euro. Rigettando le argomentazioni della Procura che aveva disposto l'archiviazione del caso e accogliendo quelle del sindacato Fials che si era opposto alla decisione, l'altro ieri il gip del tribunale di Cassino ha ribaltato l'indicazione del pm ordinando che si proceda con l'imputazione degli indagati e con la fissazione dell'udienza predibattimentale.

La vicenda nasce da un esposto che la Fials presentò a giugno del 2021 segnalando irregolarità della determinazione e nel conseguente pagamento delle prestazioni svolte dai cinque tecnici durante la pronta disponibilità notturna. L'Asl frusinate aprì un'inchiesta interna costituendo una commissione. La Procura della Repubblica cassinate fece altrettanto affidando le indagini alla guardia di finanza che acquisì documenti e ascoltò diversi dirigenti sanitari.

Scrive il gip Massimo Lo Mastro nelle sue conclusioni: "Sono emersi nel corso delle indagini preliminari concreti elementi del reato di cui all'art. 640 comma secondo c.p. (truffa aggravata, ndr) a carico degli indagati per avere, agendo indipendentemente l'uno dall'altro, fatto figurare falsamente la loro presenza operativa nel reparto di radiologia dell'ospedale di Sora ed espletato servizio di pronta disponibilità notturna conseguendo indebiti profitti per lavoro straordinario non effettivamente prestato mediante artifici e raggiri consistiti nel non lasciare il reparto al termine dell'ultimo esame radiologico e trattenendosi in reparto senza che ve ne fosse alcuna esigenza, in violazione della normativa in materia di reperibilità che prevede che, cessata l'esigenza, il tecnico debba lasciare il reparto timbrando il cartellino segnatempo in uscita; di converso, gli indagati, si trattenevano senza fare nulla nel reparto diverse ore dopo l'ultima prestazione cumulando ore di pronta reperibilità (retribuite come straordinario nella misura del 30%), realizzando indebiti profitti in danno dell'ente pubblico Asl".

Il periodo scandagliato dalle indagini va da novembre 2020 ad aprile 2021. Secondo quanto ricostruito dalla commissione Asl, in sei mesi i cinque tecnici avrebbero totalizzato complessivamente 919 ore di straordinario non dovute, per un costo di oltre 33.000 euro. Soldi per i quali l'azienda sanitaria sta già procedendo al recupero, dopo aver sanzionato i tecnici con brevi sospensioni dal servizio. Ora gli atti passano al pm che dovrà procedere con la chiusura delle indagini. Poi la fissazione dell'udienza predibattimentale in cui si decideranno le sorti giudiziarie degli indagati.

Intanto la Fials ha chiesto all'Asl di costituirsi parte civile al processo. E alla luce dell'imputazione coatta per i cinque professionisti, la stessa Asl potrebbe aprire un nuovo procedimento disciplinare contro di loro. Difficile però pensare a sospensioni dal servizio, visto senza i cinque tecnici il reparto di radiologia, essenziale anche per gli altri servizi e il pronto soccorso, sarebbe di fatto bloccato.

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