La vertenza
01.03.2024 - 12:44
Nessuna novità per i lavoratori della Reno De Medici
Nessuna novità per trecento famiglie legate a doppio filo alle sorti della Reno De Medici di Villa Santa Lucia. I lavoratori - sia dell'azienda che dell'indotto - restano ancora fermi nello stesso identico punto in cui la comunicazione dell'apertura della procedura di cessazione dell'attività li ha letteralmente scaraventati.
Ecco perché i sindacati, facendo proprie le istanze delle famiglie, sono tornati a chiedere il tanto atteso incontro al Ministero. Così nelle scorse ore le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl chimici hanno inoltrato un sollecito al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, a quello del Made in Italy e alla Regione. Anche alla luce, spiegano, della precedente richiesta dell'11 gennaio scorso e della riunione in Regione che ha avuto luogo il 5 febbraio.
In quella sede l'apertura di un dialogo istituzionale di assoluto spessore è apparsa lampante, ma adesso occorre fare un passaggio ulteriore: quello legato alla classificazione corretta dei cosiddetti fanghi primari. La concessione dell'Aia non basta da sola a superare concretamente il problema. Tutto deve essere riletto dando una definizione netta e duratura che indichi senza zone d'ombra come valutare il materiale utilizzato nella lavorazione. Ecco perché al momento l'unica strada possibile per colmare questo gap è quella che coinvolge direttamente il ministero. E l'interpello in tal senso sembra ormai prossimo.
La procedura per la cessazione dell'attività avviata dall'azienda resta però aperta. E il fattore tempo appare un'arma puntata contro le trecento famiglie in attesa di risposte e sempre più preoccupate. Preoccupazione, sottolineano ancora le sigle, che si sta trasformando in disperazione.
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