Spazio satira
La decisione
01.02.2024 - 13:00
Il gup del tribunale di Frosinone ieri ha deciso per il rinvio a giudizio per 33 persone, mentre per altri 12 c'è stato il proscioglimento
Falsi certificati di residenza per i permessi di soggiorno ai bangladesi, sì al processo per 33. Lo ha deciso il gup del tribunale di Frosinone Ida Logoluso che ha fissato la prima udienza al 28 giugno davanti al tribunale collegiale. Disposto il proscioglimento per 12, l'assoluzione per una vigilessa di Frosinone, l'unica ad aver chiesto il rito abbreviato, attraverso gli avvocati Giuseppe Spaziani e Claudia Padovani. Stralciata la posizione di un egiziano, irreperibile.
Sotto inchiesta c'erano titolari di agenzie immobiliari e di appartamenti ubicati in vari centri, un avvocato, intermediari e procacciatori d'affari, sette vigili urbani dei comandi di Frosinone, Anagni, Veroli, Fiuggi e Trivigliano e il comandante di Fiuggi, nonché due ufficiali dell'anagrafe per fatti tra il 2018 e il 2019.
Il gup ha assolto la vigilessa di Frosinone (accusata di falso) e dichiarato il non luogo a procedere per altri tre vigili urbani (in servizio a Fiuggi, Veroli e Trivigliano), compreso il comandante di Fiuggi Luciano Nardi.
A quest'ultimo veniva contestato il non aver denunciato un sottoposto per le modalità di accertamento delle residenze e di favoreggiamento personale per aver inoltrato una nota in procura sulle verifiche dei contratti abitativi per i ricongiungimenti familiari, accuse quindi cadute. Non luogo a procedere anche per l'ex sindaco di Torre Cajetani, ma in qualità di ufficiale dell'anagrafe, Maria Letizia Elementi (l'accusa che è caduta è di non aver cancellato la residenza in paese di alcuni stranieri dopo l'esito negativo di un controllo dei vigili), dell'avvocato e di uno dei bengalesi.
A giudizio sono andati praticamente tutti i proprietari di immobili, privati o titolari di agenzie, nonché colui che è considerato dalla procura il principale indagato (131 le contestazioni sulle 163 totali del capo d'imputazione), Guglielmo Agnoli, 54 anni, di Fiuggi, titolare di un'agenzia immobiliare e mediatore, i vigili Domenico Olevano di Anagni e Corrado Ciavardini di Guarcino, e un agente del commissariato di Fiuggi, Gianmarco Cori, quest'ultimo per rivelazione di segreto d'ufficio.
L'inchiesta è stata condotta dal commissariato di Fiuggi.
Gli indagati hanno sempre respinto le accuse. Peraltro, nel corso delle indagini preliminari, la procura aveva chiesto per alcuni, senza ottenerli, gli arresti domiciliari. Il gip aveva rimesso le carte per competenza alla Dda di Roma ipotizzando il reato associativo, accusa poi caduta. Infine, l'inchiesta è tornata in Ciociaria dove sono contestati i reati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, falso ideologico del pubblico ufficiale in atti pubblici, corruzione, omessa denuncia e favoreggiamento personale.
Le indagini si sono focalizzate principalmente sull'agente immobiliare di Fiuggi, un bengalese con il compito di procacciare gli immigrati da regolarizzare (ma gli intermediari erano una decina). Gli immobili oggetto dell'inchiesta si trovano a Frosinone, Acuto, Alatri, Anagni, Collepardo, Ferentino, Fiuggi, Fumone, Patrica, Pofi, Serrone, Torre Cajetani, Trivigliano, Veroli e Terracina.
Nel mirino erano finiti i verbali di accertamento della residenza (per l'accusa ritenuti falsi) o, in altri casi, la presunta alterazione di quelli negativi. A volte - sostiene la procura - sarebbe stata falsamente attestata l'idoneità abitativa. In tal modo, bangladesi, egiziani, pachistani, afghani e indiani avrebbero ottenuto l'iscrizione al registro dei residenti e contratti di comodato d'uso finalizzati al rilascio di permessi di soggiorno, rinnovi o ricongiungimenti familiare.
Il sistema, così come ricostruito dall'accusa, ideato per indurre in errore gli addetti delle anagrafi, avrebbe garantito l'ingresso o la permanenza in Italia di immigrati irregolari.
Tra gli indagati c'era chi si preoccupava delle pratiche burocratiche, come l'allaccio delle utenze. Il bengalese e gli altri procacciatori di immigrati avevano il compito di indirizzare gli stranieri nelle procedure da seguire. Infine, c'era chi si sarebbe occupato dei permessi di soggiorno.
Tra gli avvocati che compongono il collegio difensivo Angelo Testa, Tony Ceccarelli, Giampiero Vellucci, Valentina Dori, Adriana Fiorillo, Marilena Colagiacomo, Costantino e Fabrizio Ambrosi, Plinio Bianchi, Sandro Di Meo, Carla Serra, Antonella Salemme, Marco Martini, Umberto Pallone, Federico Fortunato, Rachele Ludovici, Alfonso Santangeli, Antonio Ceccani, Massimo Ciullo, Enrico Pavia, Roberto Filardi, Fulvio Giorgilli, Giuseppe Covino, Massimo Terrinoni, Alessandro Marescotti, Alioska Baccarini, Francesco Brucciero e Antonella Bianchi.
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