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La vicenda

Sesso con minori in cambio di regali, condannata

La cuoca di una struttura di accoglienza a S. Ambrogio regalava cellulari, vestiti o banconote in cambio di rapporti. Tre i casi emersi durante le indagini

Sesso con minori in cambio di regali, condannata

Il piccolo centro di Sant'Ambrogio dove, all'epoca dei fatti, c'era la struttura di accoglienza per minori stranieri

Chiedeva e otteneva rapporti sessuali comprando a minorenni stranieri di una casa di accoglienza una felpa, un cellulare o regalando qualche soldo.
Condannata per prostituzione dalla prima sezione penale del Tribunale di Roma una cuoca della "Casa di Tom", ora non più esistente, a Sant'Ambrogio sul Garigliano dove la presenza della comunità di minori stranieri senza genitori è ormai un ricordo.
Eppure i "fattacci" si sono svolti proprio tra quelle mura laddove, chiaramente, la struttura presente nella Valle dei Santi si è costituita parte offesa.

La ricostruzione
A finire prima sul banco degli imputati e poi - come riporta "Il Messaggero" - condannata a due anni di reclusione per induzione alla prostituzione minorile è stata proprio la dipendente che lavorava per la comunità, una donna, 33 anni all'epoca dei fatti, che dal 2015 al 2016 avrebbe approfittato sessualmente di alcuni ospiti, portandoli finanche in camere a pagamento.
La vicenda inizia a emergere quando una sua collega, una operatrice della stessa "casa" avrebbe raccolto la testimonianza di un diciassettenne egiziano: siamo nel 2015.

Non solo parole ma anche foto intime in compagnia della donna. Immagini che non potevano lasciare dubbi tanto che la stessa trentatreenne - convocata immediatamente dalla direzione - si sarebbe difesa parlando di regalini, semplici gentilezze.
Inevitabile il polverone e le dimissioni della diretta interessata, assunta dalla comunità nel maggio 2013. Il minorenne, infatti, non sarebbe stato l'unico a cedere alle proposte hot. Altri i coinvolti come pure strani litigi all'interno del centro che hanno avuto una spiegazione solo quando la vicenda è venuta alla luce. La stessa che non è certo rimasta all'interno della struttura. È scattata subito la denuncia da parte della direttrice.

Immediate le indagini dei carabinieri della Compagnia di Cassino a seguito delle quali è emerso che almeno tre di quegli adolescenti avevano ceduto alle "lusinghe" della cuoca e ne avevano ricavato vestiti, cellulari di seconda mano o addirittura cinquanta euro. Per l'ex operatrice, oggi quarantunenne, i giudici hanno stabilito la condanna a due anni di reclusione e disposto la sua interdizione dai pubblici uffici.

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