Spazio satira
La sentenza
12.01.2024 - 15:00
L'assemblea dei sindaci dell'Egato dei rifiuti che aveva eletto presidente Mauro Buschini
La fine dell'Egato, l'ente d'ambito dei rifiuti della provincia di Frosinone, era già stata decretata dalla Regione Lazio. Poi, recentemente, anche il presidente eletto Mauro Buschini si è dimesso. Ora a certificare la fine dell'esperienza dell'Egaf - così era stato ribattezzato in Ciociaria - è stato il tribunale amministrativo per il Lazio.
La quinta sezione del Tar di Roma, infatti, ha dichiarato improcedibili «per sopravvenuta carenza di interesse» i tre ricorsi promossi dai Comuni di Fiuggi e Torrice (così come richiesto dagli stessi che si ritenevano soddisfatti per l'abolizione decretata dalla Regione) e dello stesso Egaf che, al contrario, aveva manifestato l'interesse a una decisione da parte del Tar. Anzi, l'ente d'ambito aveva sollevato anche una questione di costituzionalità, ritenendo che il provvedimento regionale di cancellazione degli enti dei rifiuti fosse contrario a due articoli della Costituzione.
Lo scontro nasce quando, poco prima delle ultime elezioni regionali, sulla base di una legge regionale del 2022, viene costituito l'ente d'ambito, ma solo a Frosinone. Che elegge come presidente Muro Buschini. Scatta subito un primo ricorso, quello del Comune di Fiuggi, rappresentato dall'avvocato Fabio Raponi, che contesta «provvedimenti gravemente illegittimi della giunta regionale dimissionaria» nella costituzione dell'ente. Tra le contestazioni anche un erronea ripartizione delle quote di rappresentanza dei comuni, che per l'Egaf non avrebbe influito e sarebbe stata poi corretta.
Durante il giudizio, la Regione - nel frattempo il presidente Francesco Rocca è succeduto a Nicola Zingaretti - abroga la legge regionale istitutiva degli Egato. Anche il Comune di Torrice, assistito dagli avvocati Fabio Raponi e Toni De Simone, propone un suo ricorso sollevando le stesse censure che hanno determinato la Regione a intervenire. Pure Fare Verde si costituisce "ad adiuvandum". Tuttavia, una volta aboliti gli Egato, i Comuni di Fiuggi e Torrice, ritenuto conseguito l'obiettivo, dichiarano di non avere più interesse a proseguire il ricorso. Cosa che non fa l'Egaf, rappresentato dall'avvocato Francesco Scalia, che continua a sostenere le sue ragioni. Si costituisce anche la Regione, con l'avvocato Elisa Caprio.
Da qui la decisione del Tar. Che osserva: «l'emanazione di una legge regionale abrogativa di quella istitutiva degli Egato, ha di fatto comportato il definitivo superamento del provvedimento impugnato. Sicché il dichiarato interesse a "non vedere travolta l'intera attività svolta e lo stesso bilancio di previsione per il 2023 con ripercussioni anche sulla futura liquidazione" non appare certo idoneo a radicare un interesse che sia giuridicamente tutelabile dall'ordinamento, tanto più che» la Regione prevede la nomina di un commissario straordinario per le operazioni di liquidazione e assicurare «la continuità della gestione».
Per i giudici, «nessun vantaggio concreto è qui ravvisabile in capo ad Egaf se non la finalità di autoconservazione dei propri organi che appare del tutto ultroneo rispetto all'interesse dell'ente in sé considerato». Ne discende la scelta di dichiararlo «improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse».
Il che comporta anche l'inammissibilità della questione di legittimità costituzionale sollevata dall'Egaf: «nel caso in esame la questione di illegittimità costituzionale prospettata da parte ricorrente riguarda una norma di legge sopravvenuta al provvedimento impugnato e, pertanto, del tutto inconferente rispetto ai dedotti vizi di eccesso di potere che in tesi avrebbero connotato l'azione amministrativa al momento della sua adozione».
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