Spazio satira
L'omicidio
28.11.2023 - 18:00
La vittima Yirel Peña Santana
Delitto di via Pascoli, la procura chiede il giudizio immediato per Sandro Di Carlo, l'operaio di Cassino arrestato per l'omicidio di Yirel Peña Santana, picchiata selvaggiamente prima di essere accoltellata lo scorso 27 maggio in un appartamento di via Pascoli. Chiuse le indagini, ora si attende la fissazione del processo. A conclusione dell'inchiesta condotta con grande accuratezza dalla polizia, il quadro nelle mani del sostituto procuratore Alfredo Mattei è apparso molto chiaro. Per questo è stato chiesto il procedimento speciale che porta ad anticipare il dibattimento.
Adesso si attende solo la fissazione dell'udienza da parte del gip. Poco più di una settimana fa la consegna delle analisi sulle prove repertate: ricordiamo che gli esami irripetibili sono stati eseguiti sulle prove isolate e prelevate dalla polizia, oggetti ed elementi che gli inquirenti hanno individuato e sequestrato sia nell'appartamento di via Pascoli, sia in quello dell'arrestato. Poi la decisione sulla richiesta di poter sottoporre Di Carlo a una nuova perizia per stabilire la sua capacità di intendere e volere: istanza rigettata. Per il gip, infatti, questo passaggio non è da escludersi in dibattimento.
Yirel Peña Santana, 34 anni di origini dominicane, è stata uccisa esattamente sei mesi fa con diverse coltellate: alcune di striscio, quattro invece andate a segno. Un fendente le avrebbe perforato il polmone. Una morte sopraggiunta qualche ora dopo, in un lago di sangue. A indirizzare le indagini sull'operaio di 26 anni di Cassino è stata un'impronta insanguinata isolata dalla scientifica sul muro, ai piedi del corpo.
Di Carlo, posto in stato di fermo con un'indagine lampo della polizia - grazie alla sinergia perfetta degli agenti della squadra mobile di Frosinone, insieme ai colleghi del commissariato di Cassino e alla scientifica - sarebbe stato dunque "incastrato" (come asserito dagli inquirenti) da un'impronta: inserendola nella banca dati dell'Afis, il riscontro è stato immediato. Fondamentali nell'attività di indagine gli abiti ancora sporchi di sangue e soprattutto il contenuto dei cellulari sequestrati. Ma l'indagato ha subito negato ogni addebito.
«Non sono stato io» ha detto al gip Alessandra Casinelli, offrendo la sua versione dei fatti. Per l'esperto della difesa, Di Carlo non era lucido; valutazione opposta per il professore incaricato dalla procura. Ora tutte le prove verranno vagliate in aula.
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