Omicidio del nigeriano, mentre si attende l'inizio delle operazioni all'interno della casa dove si sarebbe consumata l'aggressione, è stato fissato per venerdì il Riesame per il sequestro degli indumenti. Le indagini per ricostruire quanto accaduto lo scorso 6 ottobre in via Ferrarelli quando fu trovato in strada sanguinante Kelvin Mene vanno avanti. Come vanno avanti le strategie difensive dei legali che assistono le due donne indagate, anch'esse nigeriane come la vittima.
Domani il maggiore Cesare Rapone dei carabinieri del Ris andrà alla ricerca delle tracce genetiche e biologiche all'interno della stanza dell'appartamento in cui si ipotizza sia avvenuto l'accoltellamento di Mene, ma anche sui vestiti sequestrati nonché, eventualmente, dovrà comparare le tracce di sangue con il Dna delle indagate. Il Ris dovrà poi ricostruire la scena del crimine. Resta ancora da trovare l'arma del delitto, un paio di forbici o punteruolo, ma anche un coltello.
Le operazioni, così come richiesto dagli avvocati Alfredo Frasca, Paola Fedele e Pierluigi Taglienti, si svolgeranno con la formula dell'incidente probatorio. Dopo che, inizialmente, erano stati disposti gli accertamenti tecnici non ripetibili. Per avere i risultati degli accertamenti ci vorranno 90 giorni. Venerdì, invece, davanti ai giudici del Riesame si discuterà il ricorso sul sequestro degli indumenti sui quali si stano cercando tracce di sangue o biologiche. In precedenza era stato sollevate eccezioni anche sull'autopsia, ma sono state respinte dal gip.
Il nigeriano era ospite nell'appartamento di via Ferrarelli, in quanto amico del marito di una delle due. Frequentava l'appartamento anche l'altra donna, la fidanzata, poi resasi irreperibile. L'altra, invece, si è messa a disposizione dei carabinieri della compagnia di Frosinone che stanno conducendo le indagini. E avrebbe riferito di aver allertato anche lei i soccorsi, chiamati anche da alcuni passanti che avevano notato il corpo dell'uomo a terra. In un primo momento, Mene quando è stato soccorso aveva riferito di essersi ferito da solo con un paio di forbici. Una versione alla quale i carabinieri non hanno mai creduto. Poi le sue condizioni di salute sono precipitate e 12 giorni dopo il ricovero all'ospedale Fabrizio Spaziani è deceduto. E, in quel momento, è partita l'inchiesta per omicidio.