Brutta sorpresa per le casse comunali: diverse sezioni del bosco La Macchia potrebbero non essere ceduate, quindi non più tagliate. È quanto emergerebbe dalla relazione di un'associazione specializzata nell'analisi del settore, rispettosa delle norme nazionali e della direttiva operativa dei carabinieri forestali.
Secondo i responsabili dell'ente, che lavora a stretto contatto con le Autorità di ambito, quando un bosco ha ampiamente superato il turno di taglio non può più essere tagliato. Il bosco della Macchia, in attesa di essere riconosciuto Monumento naturale, ricoperto quasi completamente nei suoi circa trecento ettari, è appunto un bosco ceduo (i boschi sfruttati dall'uomo possono essere distinti in cedui e fustaie: ceduo è un bosco "tagliato periodicamente, che a seguito del taglio si rigenera grazie all'emissione di polloni, cioè di ricacci dalla ceppaia".
Da decenni il Comune provvedeva al taglio con intervalli di dodici anni, sufficienti a ricreare e a proteggere il cospicuo patrimonio. Da oltre un decennio la pratica è stata trascurata, nonostante i solleciti degli addetti. Il Comune ha quindi rinunciato ad incassare centinaia di migliaia di euro. Quello che poteva essere considerato un tesoretto, arricchito dallo sproporzionato aumento del costo della legna (oggi intorno ai 15 euro al quintale), rischia così di dover essere sbianchettato dal bilancio preventivo.
Anni fa venne proposta la perimetrazione di un'area nella quale lasciar crescere le querce, considerate condomini naturali per le diversità animali ospitate. Iniziativa anche quella finita sotto la polvere delle scartoffie. Le aziende del settore, penalizzate dalla mancata pubblicazione dei bandi di gara, hanno più volte lamentato: "Come mai ad Anagni non si taglia manco ‘na frasca, anzi la Macchia è alla mercé di predoni che rubano legname pregiato, di delinquenti che lo riempiono di ogni sozzura, inoltre alcune sezioni sono così invecchiate da essere malate vista la eccessiva densità degli esemplari e con conseguente depauperamento del patrimonio boschivo ed economico costituito da 300 ettari di selva planiziale?". La risposta a chi di dovere.