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Ex Fca, più ombre che luci. Fmlu Cub pronto alla mobilitazione

Le “mega” produzioni per Cassino restano ignote. E gli ammortizzatori sono al limite Calo degli operai, indotto in retromarcia e Governo assente

Ex Fca, più ombre che luci. Fmlu Cub pronto alla mobilitazione

La storica palazzina all'interno dello stabilimento ex Fca operativa per quasi cinquant'anni

Quante velocità ha Stellantis? Molteplici. Mette il turbo nei ricavi annui con performance uniche, mantiene la tenuta di strada sulle vendite: mediamente buone sull'elettrico e sui veicoli commerciali (con una quota di mercato superiore al 30%). Inoltre, a dare ulteriori gas ci sono le produzioni in altri stabilimenti europei dove il costo del lavoro è più basso mentre il gruppo si arena quando "viaggia" lungo il Belpaese. Con stabilimenti in sofferenza e porzioni di proprietà sulla rampa di lancio per la dismissione. Con un "aggravante" per il Plant di Cassino che resta la Cenerentola del gruppo sulle assegnazioni di nuove produzioni. Non se ne parla più da quanto Tavares, a marzo scorso, calpestò il suolo cassinate annunciando la piattaforma Stla Large.

Ecco perché la vendita della storica palazzina interna allo stabilimento e di ulteriori capannoni, allarma. Porta con sè segnali di sfiducia. E mentre c'è chi, come la Uilm, ritiene secondario l'aspetto delle dismissioni e mette al centro ben altre urgenze su cui tenere alta la guardia, il sindacato di base Flmu Cub elenca una sfilza di problematiche ma preferisce il pugno duro, fino a immaginare «mobilitazioni» affinché si possano avere soluzioni «che mantengano un livello occupazionale alto e qualitativamente efficiente».

Ed è sempre la Federazione lavoratori metalmeccanici Uniti a specificare: «Se la Fiat di Cassino ha deciso di dismettere parte importante della proprietà, come lavoratori e cittadini rivendichiamo che i fabbricati e i capannoni debbano tornare nella disponibilità dello Stato e non essere venduti ai privati». E chiaramente sono più le domande che le risposte. «Sono 10 anni che i governi italiani non hanno un piano industriale. È forse in atto una svendita della grande industria? Qual è il peso che l'Italia ha intenzione di continuare ad avere a livello internazionale? La Peugeot sta utilizzando il marchio Stellantis per cancellare e smantellare la concorrenza degli storici marchi Fiat, Alfa Romeo e Maserati? Il ridimensionamento degli stabilimenti, ormai, non riguarda solo Cassino, Grugliasco, Melfi, Torino o Pomigliano.

Riguarderà tutta la filiera automotive. Che fine faranno i lavoratori dell'indotto? Quanto e come inciderà questo processo di ridimensionamento sui territori e sulla ricchezza economica? Sul commercio, sulla ristorazione, sull'alberghiero e anche in ambito di investimenti immobiliari? Gli ammortizzatori sociali sono in scadenza. Il governo nazionale e regionale si stanno mobilitando?».
In realtà tutto tace. O quasi.
Da poco, la politica locale sta muovendo timidi passi: oltre agli appelli è stata convocata per lunedì la consulta dei sindaci del cassinate.

L'intento è quello di far sentire la propria voce fino ai palazzi romani. Ma si avrà "udienza"? Qual è stato il peso finora degli esponenti del territorio a livello nazionale? E una politica laziale davvero a sostegno dell'indotto, fosse solo a livello infrastrutturale? Le dinamiche del cambiamento interne alla multinazionale corrono veloci, il resto sembra solo arrancare!

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