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Delitto di via Pascoli

Omicidio di Yirel, prove sotto la lente. Attesi i risultati delle analisi

In questa settimana dovrebbero terminare gli accertamenti sugli oggetti prelevati a casa della vittima e nell'abitazione di Sandro Di Carlo, arrestato per l'omicidio

Omicidio di Yirel, prove sotto la lente. Attesi i risultati delle analisi

Delitto di via Pascoli, scatta il countdown per conoscere l'esito degli esami irripetibili sulle prove isolate e prelevate dalla polizia. Si tratta di oggetti ed elementi che gli inquirenti hanno individuato e sequestrato sia nell'appartamento di via Pascoli dove Yirel Peña Santana, 34 anni di origini dominicane, è stata trovata senza vita in un lago di sangue; sia in quello del ventiseienne di Cassino - Sandro Di Carlo - arrestato per il suo omicidio. Salvo impedimenti o richieste di ulteriori proroghe, i risultati dovrebbero essere depositati subito dopo la fine delle verifiche, fissata in settimana. Risultati importanti per chiudere il cerchio delle ipotesi investigative già avanzate. Le operazioni tecniche sono state svolte nei laboratori della sezione di Genetica forense e di Balistica della polizia scientifica di Roma.

Yirel, che ha trovato sepoltura solo dopo quattro mesi dal brutale omicidio, è stata picchiata selvaggiamente prima di essere accoltellata. Presa a calci e a pugni, poi azzittita. Quindi i colpi fatali: alcuni di striscio, quattro invece andati a segno. Un fendente le avrebbe perforato il polmone. Una morte sopraggiunta qualche ora dopo, in un lago di sangue. A indirizzare le indagini sull'operaio di 26 anni di Cassino è stata un'impronta insanguinata isolata dalla scientifica sul muro, ai piedi del corpo.

Di Carlo, posto in stato di fermo con un'indagine lampo della polizia - sinergia perfetta degli agenti della squadra mobile di Frosinone, insieme ai colleghi del commissariato di Cassino e alla scientifica - sarebbe stato dunque "incastrato" (come asserito dagli inquirenti) da un'impronta: inserendola nella banca dati dell'Afis, il riscontro è stato immediato. Fondamentali nell'attività di indagine gli abiti ancora sporchi di sangue e soprattutto il contenuto dei cellulari sequestrati. Ma l'indagato ha subito negato ogni addebito.

«Non sono stato io» ha detto al gip Alessandra Casinelli, offrendo la sua versione dei fatti. Non è neppure escluso che il giovane operaio possa essere sottoposto a una nuova perizia: recente, infatti, la richiesta della difesa affinché venga nominato un collegio di medici, chiamati a stabilire se Di Carlo sia capace di intendere e di volere e se lo fosse al momento dei fatti. Per l'esperto della difesa, Di Carlo non era lucido; valutazione opposta per il professore incaricato dalla procura. Così la difesa dell'operaio, rappresentato dagli avvocati Vittorio Salera e Alfredo Germani, ha di recente presentato al gip - nell'ambito dell'incidente probatorio - di valutare un ulteriore passaggio. Anche la famiglia di Yirel, rappresentata dall'avvocato Marco Rossini, attende novità.

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