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La manifestazione

"Serena vive", la famiglia di Mimmo D'innocenzo davanti al tribunale con uno striscione per chiedere giustizia

Davanti al palazzo di giustizia in cui si sta svolgendo la prima udienza d'appello del processo Mollicone i parenti del ragazzo trovato morto in carcere nel 2017

"Serena vive", la famiglia di Mimmo D'innocenzo davanti al tribunale con uno striscione per chiedere giustizia

Fuori dal palazzo di giustizia della Corte d'appello di Roma una delegazione con uno striscione: "Serena vive". A portarlo la famiglia di Mimmo D'innocenzo, trovato nel 2017 senza vita nel carcere di Cassino a 32 anni. Sul braccio un foro di siringa. I familiari non hanno mai creduto all'ipotesi di una overdose: impossibile per un giovane che non faceva uso di eroina. Poi l'apertura di una inchiesta e una prima richiesta di archiviazione. Altre indagini. Il prossimo 30 novembre, un'altra udienza a Cassino affinché venga fatta giustizia. È la zia Alessandra a chiedere oggi giustizia per Mimmo ma anche per Serena.

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