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L'ultimo saluto

Il giorno dell'addio a dom Pietro Vittorelli. Funerali blindati

L'abbazia vieta l'ingresso a fotografi e giornalisti per garantire «sobrietà e riservatezza». Oltre due ore di autopsia per accertare le cause del decesso

Il giorno dell'addio a dom Pietro Vittorelli. Funerali blindati

L'abate emerito di Montecassino Pietro Vittorelli

Sarà un addio sobrio, discreto, claustrale quello a dom Pietro Vittorelli, abate emerito di Montecassino, scomparso venerdì scorso all'età di sessantuno anni per una crisi cardiaca. L'abbazia, in una nota, ha infatti precluso l'accesso in cattedrale a telecamere, fotografi e giornalisti. «La comunità monastica di Montecassino, nel desiderio di garantire alle esequie di dom Pietro Vittorelli quel carattere di sobrietà e di riservatezza che conviene al rito religioso, chiede che alla celebrazione non siano presenti fotografi, operatori video, radio e televisioni. Saranno vietate le riprese», comunca l'abate dom Luca Fallica.

«Dopo la celebrazione - chiarisce - verranno forniti attraverso l'ufficio stampa il testo dell'omelia e altre comunicazioni utili allo svolgimento del vostro lavoro. Confidiamo nella comprensione e nella collaborazione di tutti». Porte chiuse, aperte solo a parenti e amici dell'ex abate. Come comanda la sobrietà monastica, che anche nell'ultimo atto della vita terrena predilige il silenzio, la preghiera e l'affidamento diretto a Dio.

Intanto, nel pomeriggio di ieri, si è svolta l'autopsia nell'istituto di medicina legale del Verano, durata oltre due ore. Per stabilire le cause e l'ora del decesso, bisognerà attendere gli esiti degli esami di rito. Ma al momento, da quello che si apprende, sembrebbe confermata l'ipotesi iniziale, ovvero un problema cardiaco improvviso. L'abate merito, ricordiamo, è stato trovato morto nella sua casa di Roma, nel pomeriggio di venerdì dai vigili del fuoco costretti a forzare l'ingresso dopo la segnalazione dei parenti. Vittorelli era irreperibile addirittura dalla sera prima.

Quella mattina, inoltre, la donna delle pulizie non era riuscita ad entrare in casa perché un'altra chiave già inserita ne impediva l'apertura. Ecco perché gli esami dovranno chiarire se il decesso sia avvenuto addirittura ventiquattro ore prima del ritrovamento del corpo.
In attesa delle esequie, che si terranno oggi alle 16 nella basilica cattedrale, officiati dall'abate Fallica – poi la sepoltura nel cimitero monastico – in città, nel corso di questi giorni, in molti hanno manifestato il proprio cordoglio per la scomparsa di Vittorelli. Soprattutto sui social. Ma non sono mancati altrettanti malumori riaffiorati in chi non ha avuto remore nel ricordare alcuni «atteggiamenti discutibili» dell'ex abate, soprattutto tra quei fedeli che si sono sentiti "traditi" da una guida spirituale giovane e promettente.

Cassino si accomiata da Vittorelli sforzandosi di mettere da parte quel rancore covato in questi otto anni. Un po' perché l'assoluzione arrivata a maggio ha "scagionato" l'ex abate dalle accuse giudiziarie, un po' perché la sensazione prevalente che si respira è che su alcuni comportamenti venuti fuori da giornali è meglio che si pronunci l'Onnipotente. E che quella croce pettorale che dom Pietro Vittorelli ha indossato per tredici anni, da quando è andato "in pensione" ha pesato come un macigno anche sulle sue spalle. E adesso l'ha portata davanti al giudizio finale, quello a cui non è possibile ricorrere in appello.

E sarà anche per questo che il suo successore ha preferito che il rito esequiale si tenga nel rigore della liturgia, senza l'interferenza dei flash. Scongiurando l'aspersione del sale sulle ferite. In quel silenzio, discreto, che forse anche lui, quando era abate, un po' fuggiva.

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