La comunità, il mondo della scuola, il gruppo classe, l'associazionismo e la comunità ucraina scrivono al prefetto della Provincia di Frosinone: la richiesta è fermare il trasferimento in altre strutture delle famiglie ucraine arrivate nel nostro territorio dopo lo scoppio della guerra.
Del tema si è parlato durante la conferenza stampa tenuta lo scorso 15 settembre all'Istituto comprensivo Sora 2, appuntamento voluto dalla preside Maddalena Cioci. Ha partecipato all'incontro anche il presidente del Consiglio provinciale Gianluca Quadrini.

«Ho parlato con sua eccellenza il Prefetto subito dopo la conferenza stampa che ha acceso i riflettori sul problema e mi ha assicurato che seguirà il caso - ha detto Quadrini - È una barbara idea quella di spostare questi minori. Ci auguriamo tutti che la seconda accoglienza, lo step successivo si possa fare per queste famiglie arrivare dalla guerra in Ucraina a Sora e Isola del Liri, nella comunità che le ha accolte. Ora, però, servono i fatti per affrontare il problema che non è soltanto di Sora, ma è nazionale perché questa disposizione, questa normativa è stata emessa da un burocrate dietro una scrivania e riguarda anche altre famiglie ucraine che sono nella Capitale. Bene le iniziative di sensibilizzazione, bene i tavoli tecnici, ma è necessario scuotere le coscienze. Ho recepito il grido dall'allarme e parlerò con le più alte istituzioni».

Ha scritto al prefetto anche la psicologa Morgana Serafini: «In considerazione della conferenza stampa di venerdì scorso indetta dall'Istituto comprensivo Sora 2 in sinergia con l'associazione culturale "Iniziativa Donne", ritengo doveroso, rispetto al mio ruolo professionale di psicologa specializzata nell'ambito evolutivo che ricopro e che ho avuto modo di svolgere all'interno di un progetto rivolto alla scuola "Ruggeri" di Sora, soffermarmi nuovamente sulle implicazioni negative che un ulteriore spostamento procurerebbe ai bambini ucraini, già particolarmente vulnerabili e fragili in considerazione della drammatica esperienza di vita vissuta a causa della guerra, della fuga e dell'abbandono. Credo sia necessario riflettere primarioritariamente sulla salute psicologica dei bambini ucraini».