Omicidio Bricca: sono state rese note nella giornata di ieri le motivazioni del Tribunale del Riesame di Roma che, nello scorso 3 agosto, ha rigettato il ricorso presentato dai legali di Mattia e Roberto Toson, gli avvocati Angelo Testa e Umberto Pappadia, i quali avevano chiesto la scarcerazione per i loro assistiti.
Nel documento, costituito da 59 pagine, si ribadisce in sostanza quello che è il contenuto dell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carere padre e figlio, accusati di aver ucciso Thomas nella serata del 30 gennaio in via Liberio.
Il perché di una decisione
In poche parole, i giudici del Riesame hanno ritenuto valido l'impianto accusatorio, pur riconoscendo che si tratta di meri indizi e non di prove accertate. Il riferimento è ai dati emersi nel corso della lunga indagine condotta dagli inquirenti, che hanno messo in luce il famoso "buco" temporale, ossia la forbice di tempo durante la quale - secondo l'accusa - i due Toson si sarebbero resi protagonisti della sparatoria, quindi il cellulare spento di Mattia nella "finestra" in cui si consumava il delitto, il casco che sarebbe stato nella macchina guidata da Mattia e poi scomparso.
Tutti elementi, hanno detto sempre i magistrati, da approfondire, ma che comunque sono stati ritenuti congrui per mantenere il regime di detenzione dei Toson.
Allo stesso modo, va approfondito il discorso relativo all'esame antropometrico, richiesto dalla difesa, che potrebbe consentire, dai fotogrammi in possesso degli investigatori, l'esatta altezza della persona che era seduta dietro, sullo scooter, atteso che Mattia Toson è alto quasi un metro e 90 centimetri.
Il Riesame, in conclusione, ha ritenuto che non sussistano le condizioni per permettere un diverso regime cautelare.
Pronti ad un altro ricorso
Gli avvocati Testa e Pappadia hanno anche contestato l'utilizzo delle testimonianze rilasciate dagli indagati per le risse del 28 e 29 gennaio, gli episodi che hanno preceduto l'omicidio: per i due legali quelle dichiarazioni non andavano e non vanno prese in considerazione, in quanto rese da soggetti indagati.
Il Tribunale del Riesame ha invece ritenuto che, ai fini dell'indagine, le testimonianze raccolte fino al 7 febbraio scorso hanno piena sussistenza e validità, dunque costituiscono materiale utile e utilizzabile.
La vicenda, ad ogni modo, non è destinata ad esaurirsi qui, poiché sempre gli avvocati Testa e Pappadia intendono impugnare le motivazioni del Riesame e proporre appello in Cassazione.
Dunque, la "battaglia" legale è destinata a proseguire nelle prossime settimane.
Ricordiamo che Mattia e Roberto Toson sono reclusi nel carcere di Civitavecchia dallo scorso 18 luglio con la pesante accusa di concorso in omicidio volontario.