Continua il dibattito sulla desertificazione industriale, tornato in auge in questi giorni con l'audizione della commissione Sviluppo economico della Regione Lazio. La discussione, che fa seguito a una specifica richiesta di convocazione della consigliera regionale del Pd Sara Battisti per affrontare le criticità legate al fenomeno, ha coinvolto amministratori, sigle sindacali e associazioni di categoria.

In tale contesto, il presidente di Federlazio Frosinone, Nino Polito, ha presentato le opinioni e le preoccupazioni delle aziende in merito al rilancio del settore industriale in Ciociaria, sottolineando come delocalizzazione e investimenti mancati rappresentino una minaccia per il territorio e per l'economia locale.
Polito ha chiarito che tali fenomeni rientrano in una logica di competitività e attrattività dei sistemi territoriali, siano essi nazionali o esteri, determinanti nella scelta dei luoghi in cui investire e avviare iniziative imprenditoriali.
«I mercati stanno affrontando sfide significative – ha argomentato – e risulta fondamentale per il frusinate migliorare alcuni indicatori di performance, indispensabili nella sfida competitiva, quali iter autorizzativi, fiscalità, costi delle forniture energetiche e infrastrutture. Tutte variabili – ha sottolineato – determinanti nel processo di valutazione degli investitori».

Nell'esporre le criticità riscontrate, il presidente provinciale di Federlazio ha riportato l'attenzione sulla necessità di fare presto. «Bisognerà adottare un approccio sistemico e stabilire una roadmap condivisa tra gli attori interessati – ha detto – con tempi definiti e monitoraggio dei progressi. La pianificazione strategica, nell'immediato, deve concentrarsi sul miglioramento dei tempi di rilascio delle autorizzazioni – ha continuato – soprattutto quelle ambientali e in particolare per i siti all'interno del Sin Bacino del Fiume Sacco».

Per Polito risulta cruciale far rispettare tempi e modalità come già prevedono le norme e, per scongiurare i ritardi, sarà necessario stanziare risorse finanziarie per aumentare il personale degli enti pubblici coinvolti.
«Nel medio-lungo periodo dovremmo progredire sul percorso di semplificazione burocratica e sui gap infrastrutturali – ha aggiunto – Penso ai collegamenti ai corridoi europei, alle trasversali, alla stazione Tav, solo per citarne alcuni. La promozione della sostenibilità industriale – ha rimarcato Polito – rappresenta un passo decisivo per il rilancio dell'area. E ciò si raggiunge soltanto attraverso progetti in grado di supportare la transizione ecologica e quella energetica».

Polito è intervenuto, poi sulle infrastrutture immateriali: «Ormai è noto che siamo ancora ben lontani dai livelli registrati dai competitor territoriali – ha detto – quindi è reale la necessità di accelerare la realizzazione degli interventi previsti. Altro nodo critico è quello di diventare più attrattivi – ha aggiunto Polito – tenendo conto delle opportunità delle regioni "obiettivo" confinanti con il Basso Lazio, che giovano di fiscalità e incentivi. Occorrerebbe valutare l'opportunità di provvedimenti che possano quantomeno schermare il Basso Lazio, ormai zona cuscinetto con il Mezzogiorno, o addirittura raggiungere l'inclusione di questo territorio nelle Zone Economiche Speciali, per aumentarne l'attrattività».
Nino Polito ha, in conclusione, ribadito l'importanza di raggiungere risultati utili già nel brevissimo periodo, per dare un segnale tangibile e per non rischiare di rimanere ancorati alla sola teoria.