"Questa è casa nostra. Questo è l'ultimo avvertimento". Frasi che hanno spaventato e costretto operai e direttore dei lavori ad abbandonare il cantiere e a inoltrare formale rinuncia al Comune a proseguire l'opera per paura di ripercussioni. Accusati di estorsione una donna di 73 anni, un'altra di 30 e un uomo di 34, e altre tre persone di favoreggiamento, una cinquantatreenne, un trentenne e un trentunenne. Quell'immobile in via Forma Coperta era stato confiscato loro nel 2006 e assegnato al Comune di Ferentino. Con i lavori si sarebbe dovuta realizzare una casa famiglia.

La ricostruzione
Stando alle accuse la settantatreenne, la trentenne e il trentaquattrenne, in tempi diversi, con violenza e minaccia, avrebbero costretto l'impresa edile ad abbandonare i lavori che aveva ricevuto in appalto dal l'amministrazione comunale di Ferentino sull'immobile in via Forma Coperta, alla periferia della città gigliata, che era stato loro confiscato nel 2006 e assegnato al Comune il 25 luglio del 2012. Minacce al fine di evitare che l'opera venisse completata e assegnata all'E n te dopo i lavori.
Lavori che avrebbero portato alla realizzazione di una casa famiglia. Ma i lavori sono stati subito "bloccati".
Le minacce A novembre dello scorso anno, sempre stando alle accuse, la settantatreenne, la trentenne e il trentaquattrenne, si sarebbero presentati sul cantiere dove erano iniziati da pochi giorni gli interventi, intimando agli operai e al direttore di interrompere immediatamente gli interventi, cacciandoli definitivamente dal cantiere. La ditta, infatti, per paura di ripercussioni sulle opere, sui macchinari e sugli operai, ha così rinunciato a proseguire l'opera. La formale rinuncia è stata inviata al Comune. Gli altri tre, la cinquantatreenne, il trentenne e il trentunenne, sono accusati, invece, di favoreggiamento. Avrebbero aiutato gli indagati ad avere informazioni, in tempo reale, dell'eventuale presenza degli operai e dell'e volversi del cantiere. Con la loro presenza cerca vano di rimarcare il controllo del territorio operato dagli altri tre indagati, aiutandoli a perpetuare la minaccia. Nei giorni scorsi ai sei è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari. Gli indagati, tramite i loro avvocati, hanno ora venti giorni di tempo per chiarire la loro posizione e presentare memo rie difensive. Nel pool difensivo anche l'avvocato Antonio Ceccani.