Liste d'attesa, ispezione dei carabinieri del Nas. In provincia di Frosinone sono 19 le strutture controllate con 34 liste verificate. E sono emerse diverse irregolarità che porteranno ad ulteriori accertamenti sulla sospensione arbitraria delle liste d'attesa nei confronti di due medici ospedalieri e sull'esercizio dell'attività libero professionale nei confronti di un medico ospedaliero esclusivista.

A luglio e agosto, i carabinieri per la Tutela della salute, di concerto con il ministero della Salute, hanno effettuato un'intensa attività, su tutto il territorio nazionale, al fine di verificare la gestione delle liste di attesa per l'erogazione di prestazioni ambulatoriali, riconducibili a visite specialistiche ed esami diagnostici, afferenti al Servizio sanitario pubblico. Le ispezioni sono state eseguite nei presidi ospedalieri e ambulatori delle aziende sanitarie, compresi gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, nonché presso le strutture private accreditate, con la finalità di accertare il rispetto dei criteri previsti dal Piano nazionale di governo delle liste di attesa, stilati per assicurare un corretto accesso alle prestazioni fornite dal Servizio sanitario pubblico ed uniformare un'equa e tempestiva erogazione dei servizi sanitari a favore dei cittadini.

Sono stati effettuati 1.364 accessi, analizzate 3.884 liste e agende di prenotazione per prestazioni ambulatoriali relative a svariate tipologie di visite mediche specialistiche e di esami diagnostici. A livello nazionale, gli accertamenti del Nas hanno consentito di individuare condotte penalmente rilevanti che hanno determinato la denuncia di 26 tra medici e infermieri, ritenuti responsabili di reati di falsità ideologica e materiale, truffa aggravata, peculato ed interruzione di pubblico servizio.

In 195 situazioni, infatti, i carabinieri del Nas hanno riscontrato la sospensione o la chiusura delle agende di prenotazione, in parte condotte con procedure non consentite oppure determinate dalla carenza o assenza di operatori senza prevederne la sostituzione. Proprio in tale contesto, gli accertamenti svolti dai Nuclei di Palermo, Reggio Calabria, Latina (per la sola provincia di Frosinone) e Udine hanno consentito di rilevare quelle che definiscono «vere e proprie condotte dolose, deferendo all'autorità giudiziaria, 14 dirigenti e medici ritenuti responsabili del reato di interruzione di pubblico servizio, per aver arbitrariamente chiuso in modo ingiustificato le agende di prenotazione a luglio/agosto, posticipando conseguentemente le prestazioni diagnostiche, al fine di consentire al personale di poter fruire delle ferie estive o svolgere indebitamente attività a pagamento». Sempre in Ciociaria è stata contestata l'attività libero professionale a un altro medico che figurava esclusivista.