Si riduce sempre di più la platea di under 34 pronta a entrare nel mercato del lavoro. In dieci anni in Italia si è registrata una diminuzione di quasi un milione di persone nella fascia tra i 15 e i 34 anni, vale a dire quella più produttiva della vita lavorativa. La crisi demografica, dunque, crea non poche difficoltà alle aziende, che faticano tantissimo a trovare le maestranze più giovani.

A presentare il preoccupante quadro uno studio della Cgia di Mestre, che analizza la questione della denatalità in relazione al mercato del lavoro. In tale situazione la provincia di Frosinone risulta tra le più colpite dal fenomeno. Con un calo in dieci anni di giovani tra i 15 e i 34 anni del 19%, pari a 21.975 unità in meno, la Ciociaria è infatti ottava nella classifica provinciale.
In provincia di Frosinone si è passati infatti da una popolazione giovanile di 115.754 nel 2013 a 102.414 nel 2019 a 93.779 nel 2023.

La situazione appare meno preoccupante nelle altre province del Lazio, con Viterbo che segna una diminuzione della popolazione giovanile del 14%, pari a -9.558 unità in dieci anni, Rieti a - 12%, pari a -4.016, Latina che vede una diminuzione del 9,6%, pari a 12.499 giovani in meno, e Roma con un -4,2% che corrisponde a una diminuzione della popolazione giovane di 36.820 persone.

Tra le regioni, invece, il Lazio si pone a metà graduatoria, occupando l'undicesimo posto con una diminuzione del 7%, pari a -84.868 giovani in dieci anni.
In Italia in totale il calo della popolazione giovanile in dieci anni è stato di 966.938 unità, pari al 7,4%. In quest'ottica, secondo lo studio della Cgia, la rarefazione dei lavoratori più giovani sembra destinata ad accentuarsi. «Tra il 2023 e il 2027, ad esempio, il mercato del lavoro italiano richiederà poco meno di tre milioni di addetti in sostituzione delle persone destinate ad andare in pensione– si legge nella relazione dello studio – A legislazione vigente, pertanto, nei prossimi 5 anni quasi il 12 per cento degli italiani lascerà definitivamente il posto di lavoro per aver raggiunto il limite di età. Con sempre meno giovani destinati a entrare nel mercato del lavoro, "rimpiazzare" una buona parte di chi scivolerà verso la quiescenza diventerà un grosso problema per tanti imprenditori».

I giovani, inoltre, non solo sono pochi, ma risultano anche lontani dal mercato del lavoro. Ad aggravare la situazione, infatti, gli elevati livelli di disoccupazione giovanile e abbandono scolastico.
«I giovani italiani sono in calo, con un livello di povertà educativa allarmante e lontani dal mondo del lavoro – sottolinea dunque la Cgia – Un responso che emerge in maniera evidente quando ci confrontiamo con gli altri paesi europei. È un quadro desolante che rischiamo di pagare caro se, come sistema Paese – prosegue – non torneremo ad aumentare il numero delle nascite, a investire maggiormente nella scuola, nell'università e, soprattutto, nella formazione professionale.