La polemica era partita sul finire dello scorso mese quando per 17.073 persone (e 8.438 nuclei familiari) residenti in provincia di Frosinone, percettori del reddito di cittadinanza, cui sono da aggiungere altre 1.032 destinatarie della pensione di cittadinanza, era già scattato il conto alla rovescia per la fine del beneficio. Anzi, per una buona parte, secondo alcune stime, almeno un terzo, il taglio sarebbe scattato già dal mese di agosto. E il rischio sarebbe stato quello di una bomba sociale, come paventato dai sindacati che chiedevano un rinvio dello stop.

La polemica era iniziata quando l'Inps, con un semplice sms (15.000 quelli arrivati nel Lazio), aveva comunicato la fine del reddito di cittadinanza, a partire da agosto, per 169.000 famiglie, i cosiddetti "occupabili" (ovvero coloro che sono tra i 18 e i 59 anni senza figli minori, disabili e over 60 nel nucleo familiare) che, secondo la nuova legge, dopo sette mesi nel 2023 sarebbero decaduti dal diritto al reddito di cittadinanza. In Italia, secondo dati pubblicati dall'Inps tra i più recenti, i percettori di reddito di cittadinanza, nel periodo gennaio-giugno 2023, erano 1.985.859, di questi 165.042 vivevano nel Lazio, distribuiti tra Roma (117.373), Latina (18.843), Frosinone (17.073), Viterbo (7.915) e Rieti (3.838). Alcuni di questi hanno ricevuto l'sms dell'Inps che annunciava, dopo che il Governo ha decretato lo stop definitivo della misura per il 2024 in attesa della eventuale presa in carico. E proprio questa "eventuale presa in carico da parte dei servizi sociali" che preoccupava considerato anche le difficoltà dei Comuni a far quadrare i bilanci.

Adesso, dopo un lungo dibattito, arrivano i primi numeri veri sui percettori del Reddito di cittadinanza cosiddetti "occupabili" che hanno terminato il sussidio (dopo i sette mesi di fruizione previsti dalla legge di Bilancio per quest'anno), e che ora, attivandosi, potranno entrare nel nuovo strumento messo in campo dal governo Meloni, il Supporto alla formazione e al lavoro in partenza a settembre. Secondo "Il Sole 24 Ore", che ha elaborato i dati sulle comunicazioni di Anpal e Regioni, si tratta di 112.545 soggetti, di cui più della metà, vale a dire oltre il 55% (più di 62.000 persone) sono dislocati in tre regioni del Sud (25.979 in Sicilia, 24.595 in Campania, 11.622 in Calabria). Nel Lazio (i dati provinciali non sono ancora disponibili) ad aver terminato, a luglio e agosto, il Rdc sono 9.200 persone di cui 4.923 senza presa in carico e 4.277 con presa in carico, in Puglia 7.743, in Piemonte 5.985, in Lombardia 5.586.

E il futuro? È sempre più vicino il primo settembre, il giorno in cui dovrebbe partire il Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl), ovvero il miniassegno da 350 euro al mese per coloro che, in quanto "occupabili", hanno perso il Reddito di cittadinanza. La Corte dei conti ha dato il via libera al decreto attuativo che la ministra del Lavoro Marina Calderone ha disegnato per coloro che perdono il "Reddito di cittadinanza" perché occupabili, cioè di età compresa tra 18 e 59 anni. Alcuni (circa 159.000) hanno già ricevuto l'sms dell'Inps che comunica la decadenza dal beneficio.

Rispetto al Reddito di cittadinanza è il Sfl è individuale, non relativo al gruppo familiare: questo significa che in una famiglia con una coppia entrambi possono ricevere un assegno da 350 euro, se hanno i requisiti. Possono chiedere il Sfl anche "singoli componenti dei nuclei familiari che percepiscono l'Assegno di inclusione", il nuovo sussidio di povertà per le famiglie con minori o disabili o anziani.

Come evidenzia il decreto ministeriale, il Supporto per la Formazione e il Lavoro viene richiesto online all'Inps, direttamente dall'interessato o attraverso i patronati e, dal primo gennaio 2024, anche i Caf. "Il relativo percorso di attivazione viene attuato mediante la piattaforma" Siisl, recita l'articolo 3 del provvedimento ministeriale. A far la differenza sono le iniziative: per ottenere i 350 euro al mese il richiedente dovrà partecipare alle attività, che possono anche essere dei corsi online.