Ventisei erano nel 2021 e ventisei sono rimaste nel 2022. Sono i cantieri iniziati e mai terminati che rientrano nel novero dell'anagrafe delle opere incompiute del Lazio; lavori come il recupero funzionale del Palazzo baronale Patrizi Orsini-Naro-VII Stralcio nel comune di Mompeo, il risanamento delle facciate degli edifici del centro storico di Ventotene e, sempre nella stessa isola, la messa in sicurezza delle aree portuali tramite impianto antincendio e il progetto "Ventotene Isola ad emissioni Zero".
E ancora, il completamento di un asse viario a Pontecorvo, la costruzione di una palestra in una scuola di Gorga e di un depuratore a Palombara Sabina. Per quanto riguarda la Capitale, sono in elenco i lavori per realizzazione della quarta asta di manovra del capolinea Laurentina della Metro B, l'edificazione di un nuovo asilo nido al Quarticciolo, la demolizione e ricostruzione di una scuola dell'infanzia a Tor Marancia e la ricostruzione di un edificio sito in via Giangiacomo per un nuovo centro polivalente.
Ma che cosa si intende per opere incompiute? Si tratta di lavori il cui termine contrattualmente previsto per l'ultimazione è passato e che sono rimasti in stallo per problemi di non facile o immediata risoluzione, quali: mancanza di fondi, cause tecniche, sopravvenute nuove norme tecniche o disposizioni di legge, fallimento, liquidazione coatta e concordato preventivo dell'impresa appaltatrice, risoluzione o recesso dal contratto e mancato interesse al completamento da parte della stazione appaltante, dell'ente aggiudicatore o di altro soggetto aggiudicatore.
Per il Lazio, per i 26 cantieri, si parla di un quadro tecnico economico globale delle opere incompiute di 370.905.178,34 euro per il cui completamento servirebbero 16.752.905,93 euro. Nel confronto tra il 2022 e il 2021 la variazione percentuale del quadro tecnico economico delle opere è di +1.154, mentre è -18 quella relativa agli oneri di ultimazione.
In provincia di Frosinone sono tre le opere in elenco: la piscina comunale, in località Colle Pece, a Castro dei Volsci, i cui lavori sono stati eseguiti per il 58.53% e, a fronte di un quadro tecnico economico complessivo di 2 milioni di euro, servirebbe un milione per completarla; poi, c'è la realizzazione di un teatro presso il "Giardino dello Sport", in località Venanti, a Pontecorvo per il cui completamento sarebbero sufficienti 300.000 euro, e sempre a Pontecorvo, tra le incompiute, c'è l'asse viario di connessione tra i poli produttivi e il casello autostradale dell'A1 il cui secondo lotto, secondo quanto riporta la scheda redatta dalla Regione Lazio, è rimasta, praticamente, allo stato embrionale, essendo stato eseguito lo 0,13% dei lavori e per il cui completamento occorrerebbero 2,5 milioni di euro.
In generale, in Italia, è calato del 3% il numero delle opere incompiute sparse sul territorio nazionale. Secondo quanto emerso da una elaborazione di Centro Studi Enti Locali basata sui dati forniti dalle regioni, al 31 dicembre 2022 erano 365 le opere in stallo, contro le 379 dell'anno precedente. Ciò che non cambia è la collocazione geografica di questo lungo elenco di lavori non portati a termine nei tempi previsti.
La lista delle opere incompiute è caratterizzata infatti, così come lo scorso anno, da una netta prevalenza delle regioni del sud che ne ospitano sette su 10 (262). Le opere incompiute localizzate nelle regioni del centro Italia sono 52 (15% del totale); 40 quelle del nord 40 (11%). Le restanti undici opere al palo sono di competenza delle amministrazioni centrali. Un dato, quello sulla concentrazione nelle regioni del sud, che è fortemente condizionato dalla performance siciliana. Nell'isola sono infatti state censite ben 138 opere incompiute. Un numero che, rapportato al totale di quelle del meridione, equivale al 53% e che pesa per il 38% se messo in rapporto invece con il dato nazionale.
Nella maggior parte delle regioni italiane il numero delle opere incompiute è rimasto invariato o è calato rispetto all'anno precedente. Le uniche in controtendenza sono state la Campania, passata da cinque a nove opere (+80%), l'Emilia Romagna (+33%, da 6 a 8) e la Liguria (+50%, da due a 3 opere).