Nella serata di domenica scorsa, durante la novena, il sangue di San Lorenzo si è sciolto. Lo ha annunciato don Italo Cardarilli, parroco della collegiata gotico-cistercense di Santa Maria, quindi custode della reliquia del sangue prodigioso del patrono di Amaseno dal 2012. Durante la messa è avvenuto il prodigio, sotto gli occhi dei fedeli in preghiera, nell'ampolla il sangue del martire ha cambiato stato fisico: il grumo scuro è divenuto sangue vivo. Rosso rubino, stille di sangue come appena uscite da una ferita aperta per dare sostanza e corpo alla speranza della preghiera, alla forza che vince il dolore, al coraggio che vince il martirio.
Un simbolo, un monito, un fenomeno dal significato fortissimo: fede, storia, cultura e arte in un evento tanto unico quanto poco noto. Secoli e secoli di preghiere sembrano levarsi nelle alte navate gotiche della magnifica Collegiata di Santa Maria, che da secoli custodisce l'ampolla contenente il sangue di Lorenzo, il diacono martire. Reliquia che fa parte della storia della chiesa stessa, visto che è citata nell'atto di consacrazione.
Era l'8 settembre del 1177 quando la maestosa chiesa gotico-borgognona di Santa Maria cistercense apriva le porte al culto. L'intero comprensorio portò il suo nome: San Lorenzo in Valle, cambiato in Amaseno dopo l'unità d'Italia. Il giovane cristiano Lorenzo fu arso vivo per ordine dell'imperatore Valeriano e si narra che i miliziani che assistettero al martirio raccolsero il sangue in una piccola bolla di vetro per portarla nella Valle dell'Amaseno. Sulla pagina Facebook di "Amaseno Parrocchia" subito è stata pubblicata la notizia per riempire il cuore di gioia: «Anche quest'anno si è ripetuto il prodigio, il sangue si è sciolto. Evviva San Lorenzo!».
Il grumo scuro che durante l'anno giace nel fondo del vetro trasparente ha iniziato la sua trasformazione all'inizio della novena per liquefarsi completamente con qualche giorno di anticipo. Un prodigio che riporterà il sangue di nuovo allo stato solido subito dopo il 10 agosto.