Città che vai, affitto che... paghi. Uno studio della Uil ha valutato che, a livello nazionale, il costo medio di un canone di locazione di un appartamento di 100 metri quadrati (classificato A2 o A3 in zona semicentrale) in un capoluogo di provincia, nel secondo semestre del 2022, è di 570 euro mensili (ovvero 6.840 euro annui) con un'incidenza del 21,1% sul budget familiare. Per Frosinone, la Uil stima un costo mensile di 690 euro per un ammontare annuo di 8.280 euro e un'incidenza sul bilancio familiare del 25,6%. Numeri in discesa rispetto al secondo semestre dell'anno precedente (-4,16%) quando la spesa media per l'affitto era di 720 e 8.400 euro, con un'incidenza del 26,7% sui bilanci.

Nelle altre province il costo medio di una locazione è di 640 euro (7.680 la spesa per 12 mesi) con un'incidenza del 23,7% a Latina rispetto ai 630 (e 7.560) del 2021, di 460 e 5.520 euro (dato invariato) a Rieti e di 600 e 7.200 euro a Viterbo, in questo caso in aumento da 530 e 6.360 del secondo semestre 2021. Rispetto agli altri capoluoghi, a Frosinone gli affitti sono più cari. Discorso a parte merita Roma dove l'affitto pesa per 1.530 euro mensili e 18.360 annui con un'incidenza sui budget familiari del 56,7%. È la seconda città più cara d'Italia dopo Milano e davanti a Venezia, terza. Anche sul fronte affitti l'Italia è divisa a metà: a Milano il canone per un appartamento di 100 metri quadrati è di 1.570 euro (18.840 all'anno) contro i 220 euro di Caltanissetta, la più economica.

«Nel dettaglio, a Milano il canone di affitto incide per il 58,1% sul budget familiare - rileva la Uil - a Roma per il 56,7%, a Venezia per il 40%, a Bologna per il 35,6%, a Bolzano per il 34,1%. Maglia nera alla Lombardia e all'Emilia Romagna: sul podio delle prime 10 città con i canoni di locazione più alti spiccano ben 3 capoluoghi ubicati in ciascuna di queste Regioni (Milano, Como e Lodi per la Lombardia; Bologna, Modena e Rimini per l'Emilia-Romagna). In un anno (dal secondo semestre 2021 al secondo semestre 2022) si sono registrati aumenti in 56 città, con punte a Varese (più 153%) e Verona (più 103%)».

«Non sono più rinviabili, a partire già dalla prossima legge di bilancio, provvedimenti che affrontino in modo strutturale il tema del diritto alla casa. Occorrono risorse adeguate a un piano di medio e lungo periodo che sia in grado di incrementare, in modo consistente, gli alloggi di edilizia residenziale pubblica e le risorse del fondo per il sostegno agli affitti e per la morosità incolpevole», commenta Ivana Veronese, segretaria confederale Uil.